Tarquinia, erosione costiera: “Perchè Regione e amministrazione non intervengono?”

di Fabrizio Ercolani

saline erosionePorto Clementino, Saline e San Giorgio tre zone a forte rischio erosione. I bagnanti: “Perché la Regione non interviene e l’amministrazione non sollecita ciò che era previsto nel programma delle attività per il 2014-2016 relativo agli interventi di difesa costiera?”.

Nel 2014 l’Assessorato Infrastrutture, Politiche Abitative E Ambiente aveva inserito le tre località tarquiniesi nel piano di intervento riconoscendone le criticità ma ad oggi il mare avanza e nulla è stato fatto. Per la protezione dei ruderi del Porto Clementino con interventi a protezione dei reperti archeologici la Regione si era impegnata per 345mila euro. Nella griglia di valutazione l’intervento viene individuato come litorali individuati come tratti di costa in forte arretramento mediante indagini e monitoraggi eseguiti da parte della Regione ma nei parametri cantierabilità, integrazione e riequilibrio territoriale e concertazione territoriale non prende alcun punteggio finendo molto indietro nella classifica delle priorità regionali.

Altro progetto previsto nel programma delle attività per il 2014-2016 era la difesa e ricostruzione della spiaggia delle Saline per la quale la quota regionale era di 2.400.000 euro. Al momento della stesura del piano, come si legge nelle note “un progetto preliminare è stato elaborato dall’Unituscia e presentato al Commissario per l’emergenza idrogeologica senza successivi esiti. Il progetto prevede pennelli e barriere sommerse ma manca di una modellazione morfodinamica e deve essere sottoposto a valutazione di Incidenza. E’ fondamentale valutare l’uso della sabbia attualmente depositata dentro le saline. Da avviare una CdS con la Forestale. L’area è ZPS e la duna rischia di essere distrutta con ingresso del mare nelle vasche delle saline. Possibile sinergia con dragaggi del Mignone ed altre sistemazioni interne”. Nonostante una priorità tra le più alte ad oggi nulla è stato fatto.

Terzo intervento previsto a San Giorgio per la manutenzione delle scogliere costruite negli anni 70. Qui la quota regionale era di 400mila euro. Di questi finanziamenti però a Tarquinia neanche l’ombra si è vista e le spiagge continuano a subire, anno dopo anno, continui danni dovuti all’erosione.

Nella Regione Lazio, in termini di superficie di spiaggia erosa dal 1944 sono stati persi circa 140 ettari di spiaggia che equivalgono a circa il 13% del patrimonio di spiaggia esistente. Il trend di perdita di superficie di spiaggia rilevato tra il 1944 ed il 2011 appare lineare e pari a 2,5 ha/anno (equivalenti a 187.500 m3/anno al lordo dei ripascimenti effettuati) anche se nell’ultimo periodo (2005-2011) il trend risulta invertito (accrescimento). Tuttavia sottraendo le superfici di spiaggia generate con i ripascimenti effettuati, si ottiene una stima dell’erosione netta (senza l’effetto dei ripascimenti) con un trend più accentuato negli ultimi 30 anni. Tale andamento appare molto più verosimile rispetto alle condizioni riscontrate ed a come si sono sviluppati i fattori che concorrono a questo fenomeno. L’attuale trend teorico netto (2005-2011) è di circa 6 ha/anno (450.000 m3/anno) ed è del tutto simile a quello registrato nel periodo 1990-2005 a conferma della stabilità dei risultati. Numeri che fanno comprendere l’urgenza degli interventi.