“Ma Porto Clementino volete pensarci o no?”: l’amaro sfogo del comitato spontaneo

Porto Clementino(s.t.) “Accettiamo tutto, accettiamo le manifestazioni, accettiamo Venditti accolto addirittura con la Banda, ma tra tutti questi appuntamenti, a Porto Clementino volete pensarci o no?”. C’è amarezza, ma anche combattività nelle parole dei rappresentanti del comitato spontaneo che, ormai da oltre un anno, si impegna per salvare quanto resta di uno degli scorci più noti e belli del litorale tarquiniese. Una battaglia portata avanti con il sostegno della popolazione – come raccontano nel corso di una conferenza stampa appositamente convocata – al quale non ha però fatto seguito la concretezza della politica.

“Nel giugno del 2015 lanciammo una petizione popolare che fu sottoscritta, in breve tempo, da 3.500 cittadini interessati a salvare Porto Clementino dall’erosione che lo sta nemmeno troppo lentamente distruggendo. – ricordano dal comitato – Firme prontamente consegnate al Sindaco, che ha fatto venire in sopralluogo per due volte il consigliere regionale Panunzi – la seconda accompagnato da un funzionario – per studiare possibili soluzioni. “Purtroppo non possiamo fare nulla”, la risposta che, circa otto mesi dopo l’avvio della petizione, ci è stata comunicata dal sindaco”.

Ma l’azione del comitato non si è certo fermata, per nulla scoraggiata dalle difficoltà: e così via con altre iniziative, dal Porto Clementino Day ad un bel servizio trasmesso su RaiTre, sino alla richiesta di convocazione di un consiglio comunale aperto. “In quell’occasione portammo le nostre idee – raccontano – e il consiglio decise di istituire una commissione consigliare, che a sua volta portò alla convocazione di una conferenza di servizi sul tema. Alla quale, però, partecipammo solo noi, il Comune e la Capitaneria di Porto: niente Soprintendenza, nessun altro ente presente”. Anche se sono tante le proposte, c’è già qualche finanzaimento disponibile e addirittura il comitato avrebbe disponibilità di privati pronti a dare una mano anche economicamente, anche solo per creare una barriera frangiflutti che limiti il danneggiamento.

Allora si è, almeno, cercato di fare qualcosa per l’oggettiva pericolosità in cui versa l’area, con un cittadino membro del comitato che a luglio segnalava alla Polizia Locale la totale assenza di precauzioni per la pubblica incolumità. Una situazione confermata anche da un documento, datato 27 luglio, redatto dagli stessi agenti a seguito di un sopralluogo, con tanto di indicazione al settore Lavori Pubblici del Comune e per conoscenza al Sindaco di “provvedere con apposite barriere architettoniche alla messa in sicurezza del sito”.

“Da quel giorno, però, non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione – spiegano i membri del comitato – e nessuna misura è stata presa. La pericolosità resta immutata: quell’area sembra terra di nessuno”.  L’entusiasmo che aveva caratterizzato e seguito la raccolta delle firme, insomma, sta diventando un sensazione mista di impotenza, frustrazione e rabbia. “In questi mesi abbiamo sempre fatto riferimento al sindaco come principale autorità cittadina – spiegano – lasciando sempre fuori politica e partiti da ogni discussione. Ora, invece, sembra che tutti si siano arresi, perciò vogliamo che siano proprio i partiti ad esprimersi, che adottino letteralmente Porto Clementino, interessando i loro rappresentanti in Regione, ai Ministeri, in Parlamento. Che lo facciano, però, con i fatti concreti: se il politico deve fare il “politico” nel senso peggiore e propagandistico del termine, eviti del tutto, a noi non serve”.