Lettere al Direttore: “Dell’uso del denaro nella progettazione di opere pubbliche”

Riceviamo e pubblichiamo

20110608205228Vorrei affrontare qui il problema dell’uso di denaro che le amministrazioni statali, regionali, provinciali, comunali praticano a fronte delle progettazioni di opere pubbliche ed incarichi urbanistici. Per rendere il problema più concreto e vicino ai cittadini, tratterò delle opere pubbliche comunali prendendo spunto dal nostro comune.

I nostri uffici comunali hanno un organico tecnico che, salvo errori, conta sei architetti, almeno tre geometri e non meno di sette unità amministrative. Tutti tecnici ed amministrativi di collaudata esperienza e capacità (del resto hanno affrontato e vinto concorsi pubblici nazionali – salvo alcuni – dove hanno partecipato centinaia di concorrenti provenienti da tutt’Italia) e posti a dirigere (tre di loro in posizione di responsabilità) altrettanti settori tecnici. Ebbene sino ad oggi gran parte delle opere pubbliche e degli incarichi urbanistici, anche di modesta entità e rilevanza, sono stati affidati a professionisti esterni.

Ciò potrebbe lasciar supporre che le professionalità richieste non siano possedute dai nostri tecnici, ma in effetti non è assolutamente vero, anche se  ciò viene dichiarato in deliberazione per giustificare l’affidamento all’esterno dell’incarico. Non è assolutamente vero sia perché il più delle volte l’affidamento ha coinvolto figure tecniche diplomate (geometri) a fronte della presenza di laureati all’interno dell’ente; sia perché i professionisti aggiudicatari di incarico – in alcuni casi – hanno partecipato alle selezioni concorsuali non risultando vincitori di concorso se non addirittura non idonei.

E qui vorrei aggiungere una piccola “provocazione”. Vorrei invitare chiunque ne avesse voglia a visionare gli atti tecnici prodotti a fronte degli incarichi assunti  (ovviamente non tutti e non tanti) per rendersi conto di quanta approssimazione e scarso impegno alla progettazione viene rilevato nel materiale presentato. Sino a constatare addirittura, in alcuni casi, che il materiale prodotto non risulta neppure quello minimo previsto dal disciplinare degli affidamenti pubblici.

Allora ci si chiede, perché avviene tutto questo? Forse perché il ricorso all’affidamento esterno è economicamente più vantaggioso? Neanche questa è la risposta giusta, perché l’attuale legislazione attribuirebbe al funzionario comunale un tornaconto economico notevolmente inferiore rispetto alla parcella (sacrosanta) del tecnico esterno.

Valutato quanto sopra e non trovando una risposta plausibile ci si deve arrendere all’ennesima distorsione, tutta italiana, di certe anomalie politiche che hanno il solo risultato di spendere una maggiore quantità di denaro pubblico, altrimenti utilizzabile per servizi primari o praticando un contenimento dei costi dei tributi che oggi gravano pesantemente sui cittadini. Quello di affidare la progettazione alle professionalità presenti nell’ente potrebbe essere un primo passo verso la razionalizzazione ed il contenimento della spesa pubblica (spending review) tanto invocato da tutti ma mai concretamente avviato.

Lettera firmata