Il Tumulo di Poggio Gallinaro ritorna alla luce

Riceviamo e pubblichiamo

L’Università Agraria e l’Ass. Archeologicamente, in collaborazione con la Soprintendenza, il Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca, hanno effettuato il recupero del “Tumulo di Poggio Gallinaro”, uno di siti etruschi più interessanti del territorio di Tarquinia.

“Dopo aver operato la manutenzione dell’Ara della Regina, che ha comportato lo sfalcio delle erbe infestanti, il ripristino della recinzione intorno al santuario, di quella a protezione dell’area di sosta e lungo la via principale di accesso al Pianoro della Civita, continua la collaborazione tra l’Università Agraria di Tarquinia e la Soprintendenza”. Spiega l’Assessore Alberto Blasi.

“Lavorando dal 19 al 26 agosto, è stato riportato alla luce l’imponente tomba gentilizia scoperta nel 1971 e scavata l’anno seguente. Dopo oltre quaranta anni, questo è il primo intervento mirato al recupero del tumulo. Spiega la Dott.ssa Alessandra Sileoni che ha seguito i lavori effettuati sotto la direzione scientifica della dott.ssa M. Gabriella Scapaticci, ed eseguiti dal  personale dell’Università Agraria di Tarquinia con i giovani archeologi dell’Associazione Archeologicamente, che ha promosso il progetto finanziato dalla Fondazione CARICIV. .

Si è, in pratica, proceduto alla rimozione della vecchia recinzione, alla pulizia dell’area circostante la tomba, quindi della camera e del dromos della tomba. Continua la Dott.ssa Sileoni. Nel rispetto delle tradizioni locali, il sito è stato recintato con una staccionata in stile maremmano, che oltre a rendere ben visibile l’intero monumento e preservarlo da eventuali atti vandalici, si integra perfettamente con l’ambiente tipico del territorio tarquiniese.

Un intervento di grande interesse scientifico tanto che il sito, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, promosse dal MIBAC e dalla Soprintendenza, domenica 29 settembre alle ore 11.00 sarà esso stesso teatro della presentazione dei nuovi dati emersi. Conclude Blasi. Ora occorre dare continuità e stipulare una convenzione con la soprintendenza per la fruibilità e la tutela”.