Tarquinia: porta della Cina

di Marco Vallesi

Alle ore 10 di oggi, 10 Febbraio 2011, i sindaci di Civitavecchia e Tarquinia, insieme a molte altre persone, si saranno già recati a Roma per il convegno sulla “Piattaforma Logistica Italia”.

Il convegno riguarderà ciò che gli stessi organizzatori hanno definito “ lo sviluppo logistico del territorio”.

In realtà l’appuntamento verterà essenzialmente sull’esaltazione delle grandi opportunità offerte dal progetto di un “district park” che prevede la costruzione di un enorme bacino portuale per navi mercantili (portacontainer) a Civitavecchia e un aeroporto per voli cargo e turistici nel comune di Tarquinia (zona San Giorgio).

L’interessamento di società cinesi al progetto non è certo una novità ed è anche comprensibile se si tiene conto della centralità geografica dei territorio compreso tra le due cittadine tirreniche.

Il tutto risulta ancora più logico alla luce del progetto di realizzazione del tratto autostradale tra Civitavecchia e Livorno. Naturale, quindi, che le grandi imprese e le holding del lontano, ma agguerritissimo, paese orientale vogliano sbarcare su questi lidi attraverso la più agevole delle porte d’accesso.

Quello che, invece, non risulta per nulla chiaro è il comportamento del sindaco Mazzola riguardo scelte del genere, le quali, ben lungi dall’essere improntate ai crismi della “trasparenza” tanto sbandierata nei manifesti elettorali che recavano, oltre al motto, il suo serafico ritratto, sono, a dir poco, sotterranee ed estremamente opache.

Il sindaco, per sua stessa ammissione – come recita un articolo su “Il Nuovo Corriere Viterbese” del’8 febbraio scorso – ha lavorato “sotto traccia” adducendo motivazioni sibilline e incomprensibili.

È anche vero che il primo cittadino non è nuovo a questo genere di exploit: lo ricordiamo quando tenne il medesimo atteggiamento durante le trattative “segrete” con l’Enel, allorquando viaggiava, partendo da solo, per incontrare i suoi “misteriosi” interlocutori al di là dei confini meridionali del Comune di Tarquinia.

Chissà se anche questa volta non ha voluto con sé nemmeno un consigliere o un assessore o, viceversa, quest’ultima sortita sia stata favorita o appoggiata da qualcuno del suo più stretto entourage.

Un partner privilegiato, però, sembra esserselo scelto, e pure da un certo tempo: Gianni Moscherini, sindaco della vicina città portuale.

Un rapporto che si protrae nel tempo e verso uno scopo che, di giorno in giorno, diventa sempre meno mimetizzabile, sempre più evidente: trasformare Tarquinia, il suo territorio e le sue naturali risorse in un suburbio di Civitavecchia.

Questo sembra essere l’alimento di cui si nutre l’ossessiva pervicacia con cui Mazzola insiste nell’infliggere alla comunità tarquiniese le sferzate di qualsiasi volere esterno, estraneo ed invasivo al punto da sminuire l’intangibilità dei poteri di tutela che sono demandati al primo cittadino di ogni città; poteri a cui Mauro Mazzola sembra abdicare con una certa nonchalanche: ne scopriremo mai la ragione?

Questo sta facendo il nostro sindaco ma, noi, cosa faremo?

Aspetteremo, invocando con le braccia levate al cielo, che gli dei ci vogliano inviare, insieme ai nostri fratelli dagli occhi a mandorla e alle loro merci,  anche un sindaco un poco più attaccato alla sua terra e meno, molto meno, devoto agli interessi altrui.