Dal ’12 al ’13: che cambia? Riflessioni d’inizio anno tra fiocchi azzurri e acqua (poco) chiara

(s.t.) C’è chi lo ha festeggiato in piazza Matteotti, chi a casa, chi in viaggio, chi dormendo, chi lavorando, chi – quasi tutti – brindando: il 2013 arriva e, almeno nell’entusiasmo del conto alla rovescia e dei baci e abbracci di rito, porta con sé quella parvenza quasi simbolica di cambiamento che, già dal faticoso risveglio dell’indomani, appare fittizia.

C’è qualcosa di diverso? Forse: forse nei fatti, forse più negli atteggiamenti, almeno nell’animo di quelle persone che, con determinazione rara, sanno imporsi dei propositi nuovi e perseguirli anche dopo la Befana. A noi cronisti, perciò, non resta che provare a capire cosa, tra 2012 e 2013, sia cambiato effettivamente. E non è molto.

 Di certo una bella novità c’è per il piccolo Giuseppe Amici, e per i suoi genitori Assunta ed Andrea: Giuseppe infatti ha visto la luce all’ospedale di Tarquinia alle 00 e 57 del primo gennaio, ed è stato in assoluto il primo nato del nuovo anno nella provincia di Viterbo. A loro – che ci regalano un bel sorriso di inizio anno – i migliori auguri per un anno che è già splendido. Gli stessi che rivolgiamo ad Alice ed Antonio, convolati a nozze nell’inusuale data del 31 dicembre: mai come in questo caso si può parlare di “buona fine e buon inizio”!

E rimanendo ai cambiamenti reali e tangibili, ma passando ai lati negativi della vita della comunità cittadina, dalla mezzanotte di ieri è ufficialmente fatto divieto ai tarquiniesi – salvo i residenti che fruiscono della rete idrica che serve il Lido – di utilizzare per il consumo umano l’acqua erogata tramite il pubblico acquedotto, a causa dell’elevata concentrazione di arsenico in essa presente.

Il divieto nasce da una certo non sorprendente ordinanza del sindaco che prende atto dell’ormai scaduta proroga regionale e che specifica come, di fatto, l’acqua dei rubinetti tarquiniesi possa essere legittimamente utilizzata solo per l’igiene domestica e personale (esclusi i casi di patologie cutanee e gli usi igienici che ne comportano una pur ridotta assunzione, quali il lavaggio dei denti), impedendone l’uso, ad esempio, per la cottura o la preparazione di alimenti.

Sia ben chiaro ai lettori: l’acqua che oggi avete usato per lavarvi ha la stessa (eccessiva) quantità di arsenico che aveva ieri, e la stessa (scarsa) qualità. Solo è scaduto il tempo entro il quale la legge dava tempo ai paesi interessati dal problema per risolvere la questione, ed entro il quale, nonostante i solleciti, anche a Tarquinia nessuno ha fatto nulla. Si è a lungo provato a minimizzare il problema, si è provato a parlare di dati incerti e confusi, ora si parla di un dearsenificatore in via di realizzazione che sarebbe, ad ogni modo, tardivo.

Il tutto mentre per tre anni Tarquinia ha beneficiato di soldi – quelli derivanti dall’accordo con Enel – senza che alcuno abbia pensato di spenderli per garantire la qualità dell’acqua dei nostri acquedotti. Tutte inutili le chiacchiere comunali sulle miscelazioni, le colpe addossate ad altri enti e istituti: oggi l’acqua tarquiniese – Lido escluso – è di fatto non potabile, e si poteva e doveva fare qualcosa. Se la fiducia dei cittadini nella politica è in calo, non è solo per questioni morali: anche episodi come questo, fatti di problemi non risolti, incidono pesantemente.

Se n’è accorto, forse, Alessandro Dinelli, che sino alle scorse elezioni amministrative – da presidente del consiglio comunale di Tarquinia – si mostrava poco battagliero di fronte a mozioni e petizioni relative all’argomento e che di recente, in clima elettorale, si ergeva a paladino anti-arsenico. Il risultato delle primarie regionali del PD – a Tarquinia il candidato locale ha preso meno preferenze di quante ne presero singolarmente Ranucci e Celli alle comunali – è forse un segnale anche di questo. Oltre che della spaccatura di un partito in cui ogni momento elettorale è diventata una resa dei conti.

In questo clima, avviamoci al nuovo anno, pronti ad iniziare col botto e con le elezioni regionali e politiche subito a febbraio. In attesa di segnali da un centrodestra che a livello locale sembra in stato vegetativo, e prendendo atto del risultato del voto del centrosinistra, gli unici nomi tarquiniesi in lizza sono, per ora, quelli del Movimento 5 Stelle. A loro, al centrosinistra, al centrodestra, al centro, a tutti i simboli e colori impegnati in politica un grosso in bocca al lupo. Ma il più grande augurio lo rivolgiamo ai cittadini: a pensarci bene, e visto il periodo, ne hanno di certo un grande bisogno.

Ps: un grazie particolare, ad inizio anno, assieme ai più sentiti auguri, lo vogliamo rivolgere ai nostri lettori affezionati ed ai nostri sponsor. Grazie, davvero, di tutto.