Piombo, mercurio e sfiducia: ma la popolazione si fida di chi “osserva” l’aria?

helix aspersadi Marco Vallesi

Era l’11 Novembre del 2011 quando il sottoscritto e altre tre persone si presentarono negli uffici della Procura di Civitavecchia per presentare un esposto nel quale si narrava l’incredibile iter con il quale il sindaco di Tarquinia, Mauro Mazzola, e altri si opposero alla proposta popolare sottoscritta da oltre settecento (700) cittadini per stimolarlo a presentare – di sua mano, in quanto prima autorità sanitaria locale – un esposto per evidenziare l’irreperibilità dei dati annuali sulle emissioni di inquinanti allo stato di vapore (tra i quali il mercurio) da rilevare “al camino” della centrale Enel TVN di Civitavecchia come da prescrizioni V.I.A.

Oggi, dal “report” dell’Osservatorio Ambientale e dalla cronaca veniamo a sapere che “Nella campagna 2013, per la prima volta dall’inizio del biomonitoraggio, sono state rilevate tracce di Mercurio in Helix Aspers, Aphanius Fasciatus e Paracentrotus Lividus.”. Tanto per chiarire a chi non ha modo di cercare la traduzione dal latino, queste le specie a cui appartengono quelle analizzate e dove sono state rilevate tracce di mercurio – per la prima volta e quindi in incremento – nel 2013: lumache di terra, pesci da acque salmastre e ricci di mare. Sulle stesse specie sono evidenziati incrementi di altri inquinanti; uno sconcertante riporta: “Il Piombo, che per l’anno 2012 era risultato presente in solamente due delle stazioni dell’intera campagna di biomonitoraggio, registra per il 2013 un notevole incremento in relazione ai tre organismi sentinella oggetto di indagine.”.

Ciò che appare sorprendente dalla lettura del “report” dell’Osservatorio è la “serenità” con la quale stata diffusa l’idea che a fronte di tali variazioni ambientali, oltre che lo sforamento dei limiti in alcune aree dei livelli di ozono e nanoparticelle, non vi sia “nessun allarme particolare”. Dal “report” del Consorzio per la Gestione dell’Osservatorio Ambientale, comunque, non si evince chi, direttamente o indirettamente, finanzi tali ricerche e le loro risultanze (per una lettura più approfondita, qui il link al sito). La speranza è che, di fronte alle evidenze del “report” ci sia qualcuno, almeno a Civitavecchia, che apra gli occhi e le orecchie sulla questione dell’incrementale inquinamento da metalli e metalloidi.

Dal canto nostro, a Tarquinia, stiamo ancora aspettando, dall’avvio della riconvertita centrale a carbone TVN la convocazione dei “tavoli tecnici” e i risultati del Biomonitoraggio degli effetti della trasformazione dell’alimentazione della Centrale di Civitavecchia da olio combustibile a carbone(sui terreni e sulle colture, da non confondere con quello pubblicato dall’Osservatorio Ambientale sopra citato) sottoscritto dal Comune di Tarquinia ed Enel S.p.A. nel 2008 e di cui, ancora oggi, non abbiamo potuto leggere un riga o un dato (qui un link dove se ne parla diffusamente).

Concludo con una nota curiosa: a fronte delle lamentazioni sulla scarsa partecipazione del pubblico alla “conferenza stampa” di presentazione del “report”, non si rendono conto i “signori professori” che appaiono, al solito, un pochino sbilanciati a favore di una moderazione che sembrerebbe tutelare chi finanzia le loro ricerche? Non si rendono conto, dall’alto della loro intelligenza, che la popolazione, che pure in qualche modo si è attivata sensibilmente, sollecitando con premura anche certune professionalità, non si aspetta più, dal mondo accademico, una vicinanza vera, sentita e partecipe?