Lettere al Direttore: “Bigiotti si dimetta!”

Riceviamo e pubblichiamo

Quale interpretazione dare al silenzio che avvolge alcuni “autorevoli personaggi” dell’UDC di Tarquinia?

Si è dimesso con grande dignità e responsabilità il Segretario, eletto da quei Illustri Personaggi che nella loro storia hanno saputo vagare per contrade dai diversi “colori” ideologici cercando sempre un luogo tranquillo per il loro disinteressato sollazzo… Personaggi che dall’alto della loro forte e variegata esperienza politica hanno subito criticato le decisioni prese da una parte del partito, dimenticando che quella parte è il partito a Tarquinia fatto da una base seria e dignitosamente coerente, sempre coerente, con le idee che la hanno coesa.

È arrivato, mandato dall’alto (leggi Viterbo), un Commissario…L’avete visto voi? Noi NO, sappiamo solo che si chiama Bigiotti!!!

Il signor, forse dottore, Bigiotti (certamente compagno di banco del Sig. Meraviglia) ha forse  dimenticato che il rispetto verso la base è dovuto e doveroso: è dovuto perché la base è fatta di persone reali e concrete che non danno importanza  a tessere di carta… è anche doveroso perché un Commissario, membro autorevole del Partito, dovrebbe essere su tutti e tutto per poter giudicare e decidere quale siano le giuste valutazioni da prendere.

Vede, caro Bigiotti, il non ascoltare la gente normale di Tarquinia la potrà certamente inserire in  quel club molto ristretto fatto di “autorevoli personaggi” ma la allontana sicuramente dalla reale realtà che viviamo per la Città e per il partito.

Ricordi che è la gente come noi che fa vivere una idea, che fa forte un movimento… Consegnare il simbolo del Partito a quei personaggi “autorevoli” è forse nel vostro diritto ma non certo il  vostro dovere che vi dovrebbe vedere al servizio della comunità e non asserviti a logiche ILLOGICHE che hanno solo scopo di guadagnare una comoda poltrona.

E’ certo che questa sua decisione rimarrà un ricordo forte nella memoria di coloro che Lei, autorevole personaggio, non ha voluto ascoltare. La dignità vorrebbe da Lei una sola cosa: dimissioni.

Antonio Vicari