Impressioni tra terra e aliquote

di Marco Vallesi

La sala del Consiglio comunale era gremita.

O almeno sembrava tale forse a causa delle sedie disposte in ordine sparso e tutte occupate.

La gran parte delle persone presenti aveva, per l’occasione, lasciato il lavoro nelle aziende agricole per seguire lo svolgimento di quell’assemblea che, evidentemente, riteneva molto importante per l’immediato futuro delle loro attività e dei loro interessi.

Credo che nessuna, tra quelle persone, avrebbe mai immaginato di dover ascoltare il sindaco redarguirla per aver dato credito a chi (i sindacati di categoria: C.I.A., Coldiretti, Confagricoltura. n.d.r.) gli avrebbe fornito informazioni sbagliate sulla responsabilità di chi ha imposto l’IMU.

In realtà, le tre sigle sindacali avevano ben individuato le responsabilità e, proprio per questo, hanno chiesto all’assise, che ne aveva tutta la podestà e l’autorità, di ridurre al minimo (0,46%) le aliquote dettate dal governo (0,76%) per i terreni agricoli. Richiesta fermamente respinta già nell’intervento del sindaco, il quale, invece, ha scaricato tutto l’onere dell’imposizione del tributo sul governo Monti (governo sostenuto anche dal suo stesso partito, il PD. n.d.r.).

Al dibattito, proseguito in aula, e, successivamente, anche alle polemiche che ne sono derivate, gli agricoltori hanno assistito impassibili e silenziosi, direi ammutoliti. Non sono riuscito a capire se quel silenzio che aveva un non so ché di sacrale, simile a quello che tiene sospeso un immane giudizio divino, fosse il risultato dello stupore per la verbosa e francamente assurda e irruenta invettiva del sindaco contro tutto e tutti o per l’elaborazione interiore di un lutto imminente.

Tuttavia il colpo di grazia, quella gente, l’ha ricevuto nel momento in cui, con il voto espresso dalla maggioranza, ha visto sfumare la speranza di poter assistere ad una significativa riduzione della tassa sui terreni agricoli.

Con il conteggio degli undici (11) voti a favore della delibera che ha modificato unicamente l’aliquota proposta dal governo sui fabbricati agricoli destinati all’uso strumentale – quella che, comunque, incideva minimamente sulle cifre in gioco nell’intero “pacchetto” –, riducendola dallo 0,2% allo 0,1%, gli agricoltori, come un sol uomo, si sono alzati e, silenziosamente come erano rimasti in aula, se ne sono andati.

Chissà per quanto tempo ritornerà nelle loro orecchie la frase del sindaco che ricordava a tutti: – ho vinto con più del cinquanta per cento! -. Chissà quanti, tra quei volti abbronzati da sempre, hanno abbassato lo sguardo per essersi sentiti “costruttori” di quella consapevolezza che il “signor” sindaco gli ha sbattuto in faccia.

Chissà quanti, viste le prospettive, si guarderanno intorno per scorgere nuovi orizzonti.