Tarquinia 2011: stessa schiuma, stesso mare

Riceviamo e pubblichiamo

scia schiumosa lido di Tarquinia

La scia schiumosa segnalata nella lettera

Gentile direttore,

ricomincia la stagione balneare e puntuale si riaffaccia il fenomeno della “schiuma” che percorre lo specchio acqueo antistante gli stabilimenti con un andamento da nord a sud.

Nelle mattinate del 14 e 15 giugno tra le ore 11 e le ore 12, mi trovavo al lido di Tarquinia e mi sono imbattuto nell’ormai consueto fenomeno del passaggio di una striscia di schiuma biancastra che percorre parallelamente la battigia fino ad andarsi ad arenare all’altezza del pennello antistante uno degli stabilimenti presenti che, per rispetto dei gestori, preferisco non nominare.

Poiché già nelle scorse stagioni tale circostanza aveva creato non poco allarme tra i fruitori del nostro lido, ho ritenuto utile chiamare la guardia costiera, in servizio presso il nostro comune, per segnalare il fenomeno e chiedere lumi.

Il giorno 14 non sono riuscito a mettermi in contatto con l’ufficio. La mattina del 15, alle ore 11 e 50 circa, sono invece riuscito a contattare il responsabile del servizio al quale ho segnalato l’accaduto. Molto cordialmente la persona all’altro capo del telefono mi ha dato una giustificazione rappresentandomi che (come per altro sapevo) anche negli anni passati si era presentato tale fenomeno, che era stato oggetto di attenti monitoraggi e anche di analisi da parte dell’ARPA, la quale aveva escluso una qualsiasi fonte di inquinamento, attribuendo alla poseidonia la “colpa” di tale fenomeno. Più in particolare mi è stato riferito che la poseidonia presente nel nostro fondale in particolari condizioni climatiche provocava una sorta di “fermentazione” che generava l’inconveniente riscontrato, alla stregua della mucillagine.

Inoltre, sempre l’interlocutore, mi rassicurava anche circa la possibilità di fonti di inquinamento provenienti dal fiume Marta in quanto al momento la foce risultava chiusa ( 15 giugno 2011).

Ora essendo io del posto e non venendo dall’Alto Adige, con il massimo rispetto per gli altoatesini, ritengo del tutto improbabili le due circostanze addotte dall’interlocutore; per quanto riferito alla poseidonia,  nei giorni in cui si è manifestato il fenomeno vi erano delle temperature dell’acqua del mare (veramente fredda) notevolmente sotto la media stagionale e tali da non poter generare qualsiasi fenomeno degenerativo dell’alga, anche tenendo conto che nei giorni precedenti non si erano manifestate mareggiate tali da causare quel fenomeno ricorrente al termine dei marosi costituito dal deposito sulla battigia della poseidonia strappata dal fondale.

Ancor più improbabile  inoltre l’affermazione fatta circa la chiusura della foce del fiume Marta, di fatto completamente aperta e con una portata d’acqua notevolmente superiore alla media stagionale a causa dei temporali che quotidianamente si abbattono all’interno del territorio e che confluiscono nel fiume aumentandone la portata.

Detto ciò vorrei chiarire che la mia non era una ricerca delle cause ed eventuali responsabilità del fenomeno, che per altro competono a vario titolo alle istituzioni preposte alla tutela della salute pubblica prima e dell’ economia del paese poi,  bensì voleva essere un contributo per evitare che il persistere di tale fenomeno potesse generare un danno economico alle attività commerciali in un periodo di recessione che, già da solo, sta mettendo in ginocchio il settore.

Ne, per contro, si può pensare che il problema si possa risolvere mettendo la testa sotto la sabbia e fingendo che non esista, anziché individuarne seriamente le cause e rimuoverlo con decisione.

La saluto cordialmente,

Lettera firmata