Sport: come iniziare e non smettere!

Sport-amatoriale-obbligo-di-defibrillatore-e-di-nuovi-controlli-medici--482x270É inevitabile che con l’arrivo della bella stagione ci venga voglia di migliorare la nostra forma fisica, quindi ecco le palestre riempirsi e le strade pullulare di podisti! Tuttavia spesso i risultati non sono quelli sperati, poiché se è vero che fare movimento è meglio di stare fermi é anche vero che bisogna seguire alcune regole per ottenere quello che vogliamo.

Diversi studi hanno dimostrato che circa il 50% di chi intraprende un programma di esercizi fisici smette entro 6 mesi. Solitamente le motivazioni riportate sono mancanza di tempo, costi, noia e stanchezza, imprevisti vari… tuttavia ognuno di questi maschera un problema di fondo: le attività sperimentate vengono percepite come poco significative e prive di uno scopo evidente. A questo va aggiunto che spesso non ci si esercita con la giusta frequenza/durata e i benefici tardano ad arrivare per cui il gioco fatto!

Vediamo dunque cosa fare per evitare il drop out ovvero l’abbandono. Il punto centrale è sviluppare la motivazione a praticare sport con regolarità e per farlo è necessario crearsi aspettative sufficientemente alte da spingerci verso il cambiamento ma non così elevate da scoraggiarlo. Giungere a questo traguardo significa ottenere una vera trasformazione nello stile di vita, difficilmente raggiungibile tramite la sola conoscenza degli effetti positivi apportati dall’attività fisica.

Il primo passo è chiedersi: quanto al momento attuale sono disposto a questo cambiamento? I meccanismi psicologici sottostanti ci vengono spiegati dal cosiddetto modello transteoretico, secondo cui la nostra maggiore o minore propensione ad “iniziare a muoversi” dipende dalla fase in cui ci troviamo. In un primo tempo l’individuo non ha ancora considerato la possibilità di modificare il proprio comportamento e spesso proviene da tentativi falliti (precontemplazione), successivamente inizia ad affacciarsi l’idea e si interessa all’argomento documentandosi (contemplazione), quindi prende la decisione di cambiare e ne pianifica la modalità (determinazione), fa seguito l’azione vera a propria e infine il lavoro di mantenimento per rendere la pratica stabile ovvero superiore a 6 mesi. Questo è un processo ciclico che varia da persona a persona: alcune fasi possono essere repentine e altre più lente, esiste la possibilità di ritorno ad uno stadio precedente ed è inevitabile l’influenze di fattori esterni e interni. Facciamo l’esempio di due amici che, incoraggiati dall’arrivo della primavera, stanno pensando in modo indipendente di riprendere ciclismo e ne parlano tra loro, sarà molto probabile che questa intenzione si trasformi rapidamente in azione e che la presenza l’uno dell’altro aumenti il coinvolgimento nell’attività e quindi il suo mantenimento. Lo stato di benessere fisico e psicologico derivante farà il resto.

Il passo successivo è sapere come mettere in pratica i buoni propositi. Prima di tutto bisogna scrivere gli obiettivi pianificandoli nel breve, medio e lungo termine: è indispensabile che siano di difficoltà crescente e che ci si impegni a rispettarli. La sfida continua dei propri limiti e i miglioramenti esperiti giorno dopo giorno saranno un forte incentivo a proseguire. Un altro aspetto fondamentale, che nel contempo alimenta la motivazione, è fissare obiettivi realistici, stimolanti e specifici. Questo implica conoscere fin dal principio i propri punti di forza e le aree da migliorare. Altrettanto importante è variare l’allenamento per cercare di allontanare il più possibile il fattore noia, grande nemico soprattutto all’inizio. Ciò significa non concentrarsi sul cronometro ma sul piacere di muoversi e spostare l’attenzione ora sul corpo ora sui pensieri ora sui dettagli tecnici, oppure su elementi esterni.

Infine un ultimo consiglio estremamente utile è praticare sport a ritmo di musica. Recenti ricerche hanno dimostrato gli effetti positivi che la musica ha sul corpo quando è sotto sforzo e sulla mente quando, nonostante la fatica, si ha bisogno di maggiore volontà per continuare l’allenamento. Questo sembrerebbe vero soprattutto per le discipline in cui contano coordinazione ed equilibrio come l’atletica, il nuoto o la scherma, piuttosto che quelle in cui predomina la forza fisica.

Dunque gli ingredienti ci sono tutti, attrezzatura alla mano non ci resta che partire!

Irene Presutti
Psicologa