“Sbagliato fare di tutta l’erba un fascio”: l’AVAD puntualizza dopo le dichiarazioni di Mazzola

di Fabrizio Ercolani

L'edificio che ospita l'Avad“L’Avad è disponibile ad accogliere migranti ma in una maniera consone ai fini della struttura che da tantissimo tempo lavora nell’assistenza ai disabili”. Paolo Bellucci, presidente dell’associazione, interviene per precisare la posizione della struttura che dirige a seguito dell’intervento del Sindaco Mazzola nel quale ha apostrofato il mondo del volontariato facendo, come si suol dire, di tutta l’erba un fascio.

In particolare il primo cittadino ha sottolineato come: “Ci sono quelli che dicono “Noi non li vogliamo” e poi fanno volontariato”. “Sparare così contro chi aiuta il prossimo ed il mondo cattolico, non lo trovo giusto”: sottolinea Paolo Bellucci. Del resto in due circostanze, durante la seduta consiliare e nell’ultima videointervista, il Sindaco ha espresso molteplici riserve sull’operato di alcune quote cattoliche estendendo critiche e rilievi nei confronti di un non meglio precisato mondo del volontariato.

“Questa generalizzazione – prosegue Bellucci – significa sparare nel mucchio. Non voglio fare alcuna polemica ma solamente chiarire cosa ha fatto nel recente passato la mia struttura in tema di accoglienza e integrazione e cosa è disposta a fare. La struttura, operativa fin dal 1983 è al servizio di persone disabili, inabili, con difficoltà intellettive e/o motorie, fornendo un’assistenza impeccabile. Fra mille difficoltà abbiamo ospitato famiglie provenienti dalla Bosnia dilaniata dalla guerra civile, ragazzi bisognosi di protesi da Angola, Burundi, Tunisia, Libia, Albania e Algeria. Eravamo pochi all’inizio, ma oggi siamo cresciuti, tutti insieme, in numero ed esperienza. Il tutto, e questo ci tengo a precisarlo, senza alcun fine di lucro. Ogni anno ospitiamo bambini che provengono dalla Bielorussia e dal Saharawi”.

Anche in tema di accoglienza di migranti l’Avad si è dimostrata subito pronta. “Sin dal 2014 abbiamo fornito la nostra disponibilità alla prefettura per ospitare sino a dieci ragazze madri. Questo proprio tenendo conto della natura dell’indirizzo dell’Avad, rivolta soprattutto all’assistenza ai disabili. C’è un limite strutturale e logistico che non ci permette di accogliere numeri maggiori”. La struttura è anche collocata a pochissimi metri dalla sede del Liceo Scientifico alla quale si può accedere senza alcuna barriera. “Noi la nostra disponibilità l’abbiamo sempre data e continueremo a darla purché i numeri siano confacenti alla peculiarità della struttura. In questi mesi c’è stata un accenno dell’amministrazione a coinvolgere l’associazione ma con numeri non gestibili. Quando si fanno determinate dichiarazioni sarebbe opportuno circostanziare meglio. Dopo tanti anni vissuti al fianco della persone bisognose di aiuto non credo che altri possano avere l’esperienza per insegnarci qualcosa in tema di integrazione.