Riordino Enti Agraria, appello del PD: “Fermate quella legge!”

Riceviamo e pubblichiamo

Convinto e motivato appello da parte dei rappresentanti del PD rivolto ai Consiglieri Regionali affinché rigettino la proposta di legge per il riordino degli Enti Agrari, contestata da parte delle Università Agrarie del Lazio.

Per il Capogruppo PD Alberto Blasi “siamo tornati indietro di decenni, la Regione arroga a sé il controllo di merito sugli atti delle Università Agrarie, annulla l’autonomia statutaria da sempre punto qualificante degli Enti Civici, abusa dei suoi poteri dando alla Giunta una sorta di delega in bianco per commissariamento e scioglimento. In Regione si lavora seriamente per cancellare le Università Agrarie. La delibera che adotta la legge è datata 30/09/2011, ma è stata presentata alla Giunta il 24/05/2011, nel mentre emendamenti a Piano Casa e Consuntivo Regionale per sopprimere le Università Agrarie, fatti dalla stessa maggioranza che predisponeva il testo di riordino. Stravolto il testo discusso con gli Enti interessati, assurdo”.

Per Daniele Ricci “la Regione sta mettendo mano a ciò che nemmen, fascismo e monarchia hanno osato toccare, si stanno scippando le proprietà collettive ai cittadini legittimi proprietari. La legge di riordino delle Università Agrarie è una truffa, che vuole dismettere Enti che hanno fatto la storia dei nostri territori. Nel merito la legge sembra più una procedura di liquidazione che non un vero riordino. Ricompaiono strane competenze e poteri di controllo affidati ai Comuni che i tribunali hanno già negato. I criteri per la soppressione degli Enti sono lasciati all’arbitrio di regolamenti varati dalla Giunta, quindi fuori dal testo di legge e dalle competenze del Consiglio Regionale”.

Per Armando Palmini “il ruolo delle terre pubbliche sul Piano Casa è uno degli elementi chiave per capire le forze lobbistiche che spingono per la soppressione, unite al fallimento del federalismo fiscale e alle difficoltà economiche in cui versano molti Comuni che vedono come bocconi allettanti i patrimoni gestiti dalle Università Agrarie. Fumosa anche la sorte dei dipendenti assunti presso gli Enti Agrari, si richiama ad obblighi di assorbimento da parte dei Comuni che aprono perplessità e dubbi applicativi. La compatta presa di posizione delle Università Agrarie del Lazio, senza distinzione di colore politico, è senza precedenti e fa decisamente riflettere”.