Residenti della Farnesiana: “Bisogna superare la logica emergenziale dei CARA e dei CAS”

Riceviamo e pubblichiamo

Le crisi umanitarie che caratterizzano questa fase storica hanno determinato la necessità di organizzare anche in Italia un sistema strutturato di accoglienza. A seguito dell’attuale flusso di profughi, il Governo, le Regioni e gli Enti Locali hanno siglato l’intesa “Piano nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini extracomunitari, adulti, famiglie e minori stranieri non accompagnati” che ribadisce l’urgenza di “mettere in campo interventi di tipo strutturale in un contesto di leale collaborazione fra i livelli istituzionali”.

Punto cardine del sistema è la rete SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che ha al suo attivo 14 anni di esperienza sull’accoglienza dei profughi. Nato nel 2001 con un protocollo d’intesa tra Ministero dell’Interno Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, l’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (UNHCR), per la realizzazione di un “Programma nazionale asilo” lo SPRAR è stato istituzionalizzato con legge n.189/2002. Si è così formalizzato un sistema pubblico di asilo, e con la stessa legge il Ministero dell’Interno ha istituito la struttura di coordinamento – il Servizio centrale di informazione, promozione, consulenza, monitoraggio e supporto tecnico agli enti locali – affidandone ad ANCI la gestione. Il sistema SPRAR, finanziato con il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, è costituito dalla rete degli enti locali che, anche attraverso il supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di “accoglienza integrata” finalizzata alla costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-lavorativo. Le strutture SPRAR vengono individuate attraverso Bandi a cui partecipano gli Enti Locali anche in forma associata. L’adesione al sistema SPRAR garantisce agli Enti Locali numeri certi e compatibili di migranti da ospitare (2,5 ogni 1000 abitanti), l’esclusione di altri migranti dalla accoglienza spot da parte delle prefetture, finanziamenti certi e servizi di supporto e accompagnamento, compresa la formazione degli operatori.

I residenti della Farnesiana inviano un appello ai sindaci e in particolar modo al Sindaco di Allumiere e a tutti i consiglieri comunali a sostenere ed attivare la richiesta di un centro “Sprar”, che è finanziato al 95% con fondi europei, e che «consentirebbe ai Comuni di diventare protagonisti dei processi di accoglienza e di integrazione, attraverso un sistema diffuso di alloggi affidato a soggetti gestori qualificati e dotati di esperienza».

«Aderire allo Sprar è l’unico modo concreto e vantaggioso per tutti per evitare l’apertura di altri Centri straordinari che  potrebbero arrivare anche a 200 ospiti per un comune delle dimensioni di Allumiere, (come da avviso pubblico della Prefettura di Roma pubblicato il 05/08/2016) .

I comuni partecipando al bando avranno la possibilità di definire direttamente le caratteristiche dell’accoglienza sul proprio territorio e inoltre il Ministero degli Interni si è impegnato a non sovrapporre sullo stesso territorio nei prossimi mesi progetti SPRAR dei comuni con nuove ospitalità CAS (Centri di accoglienza straordinaria), grazie ad una specifica clausola di salvaguardia contenuta nella circolare del ministero dell’Interno dell’11 Ottobre 2016.

È importante anche sottolineare come l’inserimento nel circuito SPRAR sia un elemento premiale per i bandi aperti in relazione alla programmazione del Fondo europeo Asilo, Migrazione e Integrazione.

Riassumendo, lo SPRAR è importante per i seguenti motivi:

1) Il piano di riparto proposto da ANCI mantiene la possibilità di accogliere su tutto il territorio nazionale un numero massimo di 2,5 migranti ogni mille abitanti (a fronte del tetto di 200 per un comune delle dimensioni di Allumiere possibile con i bandi delle Prefetture)

2) I Comuni aderenti allo SPRAR o che intendono aderirvi sono da considerarsi esenti da altre forme di accoglienza; i «centri di accoglienza temporanea» presenti sul territorio dei Comuni aderenti allo SPRAR sono da ridurre gradualmente o da ricondurre, «qualora possibile», a strutture della stessa rete SPRAR, come da

3)Per la “clausola di salvaguardia” sopra citata.

4) Lo Sprar offre la possibilità di non calcolare, nei Comuni, le spese per il personale impegnato nei progetti SPRAR ai fini dei tetti di spesa e di nuove assunzioni.

Residenti della Farnesiana