Polemiche tra Università Agrarie, Blasi: “Monte Romano faccia mea culpa”

Riceviamo e pubblichiamo

“Nessuna responsabilità dell’Università Agraria di Tarquinia sulle scelte amministrative e sugli errori dell’Università Agraria di Monte Romano. Rigettiamo al mittente qualunque accusa”. Dura la replica dell’AssessoreAlberto Blasialle parole del Presidente dell’Università Agraria di Monte Romano Leopoldo Boni.

“Ci siamo sempre limitati a far valere i diritti della nostra collettività come si conviene ad una buona amministrazione, senza mai rinunciare al dialogo. Storicamente ogni tentativo transattivo è stato rigettato da Monte Romano, a parlare sono gli atti. Grave la perdita del nucleo di Bovini Maremmani. I cittadini di Monte Romano chiedano conto di quanto accaduto a chi li amministra oggi e a chi lo ha fatto in passato. Non è colpa nostra se in maniera strumentale e sbagliata l’Università Agraria di Monte Romano ha avviato in biologico non i suoi terreni ma quelli su cui verteva il contenzioso con Tarquinia. Vista l’estensione dell’Ente l’amministrazione di Monte Romano poteva cautelarsi convertendo in biologico terreni che aveva in disponibilità, spieghino loro perché non lo hanno fatto.

Il pronunciamento giudiziario definitivo è del 2009, dopo quattro anni scoprono un problema già noto e vista l’incapacità  di risolverlo si lanciano accuse atte allo scarica barile. La soluzione al problema biologico non può essere la fida pascolo in bosco come da loro stessi asserito, la delibera citata dal Presidente Boni  è  il segno della nostra disponibilità e della loro inerzia. Non si possono risolvere problemi a suon di proroghe. Le terre sono di Tarquinia, inutile la dietrologia, c’è  già una sentenza sul punto. È  pendente la causa per il risarcimento del danno per l’illegittima occupazione. Il tribunale adito, ha di fatto rigettato le eccezioni preliminari proposte da Monte Romano dando corso agli adempimenti di rito. Un danno che esiste sicuramente e che va meramente quantificato come già asserito dalla Corte di Cassazione. La nostra richiesta frutto del lavoro di professionisti è tutt’altro che fantasiosa tiene conto dell’uso dei seminativi, dei boschi tagliati per oltre un ventennio.

Se abbiamo sbagliato meglio per Monte Romano, ma se abbiamo ragione è inutile abbaiare alla luna, spieghino loro ai cittadini come intendono provvedere, dicano pubblicamente la loro proposta, che qui non è mai arrivata. La soluzione non può essere accusare altri dei propri errori”.