There’s no Planet B: gli studenti delle elementari di Tarquinia alle prese con i cambiamenti climatici – VIDEO

(s.t.) Interessante giornata, quella di ieri, per gli alunni delle scuole elementari “Corrado e Mario Nardi” di Tarquinia, tutta spesa alla sensibilizzazione di tematiche importanti come sostenibilità, inquinamento e cambiamenti climatici. Ospite della scuola, infatti, è stato il professor Sunil Tankha, Assistant Professor of States, Societies and World Development presso l’International Institute of Social Studies (ISS) dell’Erasmus University Rotterdam esperto di queste problematiche.

La scuola, infatti, prende parte come partner al progetto Erasmus “There’s no Planet B: let’s stop climate change”, assieme a Polonia, Lituania e Gran Bretagna, paese capofila del progetto, e da qualche mese è all’opera con i ragazzi nei vari ambiti legati all’iniziativa, che proseguirà per circa due anni.

“Questo è il terzo progetto Erasmus che coinvolge la scuola – spiega la dirigente scolastica Dilva Boem – e ci ha da subito interessati sia per l’argomento, sia perché a fare da capofila sono gli inglesi, che raramente prendono parte a iniziative simili. E l’incontro di ieri mattina è solo uno dei passaggi di cui si compone il progetto, che prevede tutta una serie di attività svolte, parallelamente, nei quattro paesi coinvolti, E questo è proprio il bello dell’Erasmus: permettere il contatto ed il confronto tar realtà diverse”.

Il professor Thanka ha letteralmente stregato i ragazzi, con la proiezione di immagini ed infografiche che con estrema efficacia hanno raccontato ai ragazzi concetti come impronta ecologica, riscaldamento globale, ecosostenibilità, e trovando negli studenti un terreno fertile di curiosità e domande. “Una mattinata davvero splendida – ha commentato, al termine, il professore (potete ascoltare l’intervista completa nel video in apertura dell’articolo) – soprattutto i bambini più grandi hanno interagito con estrema vivacità ed attenzione”.

Merito anche e soprattutto dell’attività preparatoria svolta dalle insegnanti, sulla scia delle indicazioni del progetto. “In questa prima fase – spiega la dirigente – i ragazzi stanno svolgendo attività legate alla misurazione delle condizioni meteo locali e interviste in famiglia, con nonni, genitori ecc, per indagare i cambiamenti del clima e delle abitudini nel tempo. In più, è stata attivata un’idea carinissima: gli Ecowarriors, una squadra di ragazzi che nelle classi sollecitano i compagni a mantenere comportamenti virtuosi dal punto di vista del rispetto per l’ambiente”.

L’efficacia formativa dei progetti Erasmus, infatti, sta nell’investire gli stessi ragazzi di compiti pratici, che oltre a formarlo culturalmente permetta loro di confrontarsi con ambiti della futura vita sociale e professionale. “Il progetto pone i ragazzi di fronte alla realizzazione di microesperimenti – spiega la dirigente – e, conseguentemente alla necessità di tirare le conclusioni e trovare soluzioni. Ad esempio, in Inghilterra, gli studenti si sono trovati a simulare in un microambiente gli effetti di un’alluvione, dovendo prevedere il possibile comportamento del fiume e studiando soluzioni per la prevenzione di un evento simile. Il tutto, avendo a disposizione un budget virtuale, così che si stimoli anche l’imprenditorialità e la capacità di progettare. Un obiettivo semplice, ma ambizioso”.