PD Tarqinia: “Il pronto soccorso di Tarquinia al limite del collasso”

Riceviamo e pubblichiamo

L'ospedale di TarquiniaIn questo curioso quanto improbabile territorio, dove ci si affanna a fotografare buche e pali della luce, dove si fanno crociate contro un pugno di migranti, dove si vede la paglia negli occhi ma non le travi, ci si dimentica delle vere priorità e dei macro problemi che stanno sotto gli occhi di tutti, in un mortale e assordante silenzio.

Mentre la retorica di chi ha le responsabilità tace sui problemi ed esalta,con i numeri, efficienze, che pur ci sono, per evitare di affrontare i problemi, alcune situazioni arrivano a limite della criticità più allarmante. Questa indispensabile premessa, serve per denunciare una situazione a dir poco imbarazzante e pericolosa al pronto soccorso di Tarquinia.

Da almeno un mese, operatori e dottori, fedeli al giuramento di Ippocrate, svolgono il loro lavoro in condizioni critiche e al limite della legalità. Di fatto il pronto soccorso è presidiato da due, nella migliore delle ipotesi, un dottore a fronte di un bacino di utenze enorme, con l’aggravante che il pronto soccorso di Tarquinia è meta di trasferimenti urgenti anche da città limitrofe che non sono in grado di fronteggiare le emergenze, Civitavecchia.

L’affluenza di cittadini che hanno necessità di assistenza urgente è divenuta importante e, a fronte di questo, un solo medico, in genere precario, deve affrontare in dodici ore di lavoro tutte le emergenze. È evidente cosa possa significare in termini pratici, attese lunghissime per gli utenti, turni di lavoro estenuanti per i dottori e gli infermieri, rischi di errori dopo undici ore di lavoro senza sosta e, questo, per quasi tutta la settimana.

È evidente che quando si parla di possibilità di errore in un reparto fortemente delicato come il pronto soccorso, si sta parlando di rischi seri per la salute dei pazienti. Solo la grande professionalità degli operatori sanitari ha impedito fino ad oggi di trovare sulle cronache notizie che sono il risultato di una situazione allarmante.

Per la cronaca, lunedì si è arrivati al limite del tollerabile, con il pronto soccorso invaso da pazienti provenienti da tutto il comprensorio, compresa Civitavecchia e un solo dottore a presidiare il pronto soccorso: la scena ricordava in parodia un vecchio film, M*A*S*H che forse in molti ricorderanno.

Ora le domande che aspettano immediate risposte sono molte: come è possibile che si arrivi a queste criticità? A tutto danno degli operatori sanitari, di un servizio ospedaliero, quello del pronto soccorso, che dovrebbe essere, per la sua natura delicata, una eccellenza di efficienza, rapidità di intervento, capacita di accoglienza? A tutto danno di chi ha avuto la doppia sfortuna di avere un incidente o un evento che ne ha compromesso la salute e che deve usufruire di un servizio la cui organizzazione e più simile a quella di un ospedale di Accra?

Come è possibile che non ci si accorga che la situazione ha raggiunto livelli inaccettabili e si debba intervenire nei tempi più rapidi possibili? Quale è il livello di comunicazione tra la direzione sanitaria e le pubbliche amministrazioni? Viene relazionato e come alle autorità comunali, regionali circa la situazione in cui versa il pronto soccorso di Tarquinia da ormai diversi mesi?

I medici interessati, anche se in modo discreto denunciano già da tempo la insostenibilità della situazione, oggi, riteniamo un dovere civico denunciare pubblicamente la situazione e chiedere immediate risposte a chi ha le responsabilità di questa situazione, divenute improcrastinabili.

Oggi l’ospedale di Tarquinia, sebbene mutilato di alcuni reparti fondamentali quali ostetricia e ginecologia, ai quali noi tarquiniesi non abbiamo ancora rinunciato, deve diventare eccellenza, con interventi economici importanti, nei reparti strategici rimasti, ortopedia, chirurgia generale e, appunto, il pronto soccorso. Anche in virtù del fatto che il bacino di utenza del presidio ospedaliero e importante e vede triplicare o quadruplicare l ‘utenza nel periodo estivo.

Certi di interpretare un sentimento e un disagio comune di tutti i cittadini, di tutti gli operatori sanitari, nella consapevolezza che si sia raggiunti livelli di pericolosità e precarietà in alcuni reparti del nostro ospedale tali da non poter essere rimandate ulteriormente le soluzioni, convinti che risolta l’emergenza, il livello delle soluzioni debba vedere il concorso di tutte le istanze affinché diventino strutturali.

Si spera che si possa aprire nei prossimi mesi un tavolo di discussione vero ,intorno al quale ,insieme ai cittadini di Tarquinia , ci si possa ritrovare con l’assessore alla sanità della regione Lazio, il dirigente sanitario, il sindaco di Tarquinia e il presidente della regione Lazio, con obiettivo, dopo immediati interventi di assestamento del servizio di pronto soccorso, di capire come potenziare i servizi rimasti.

La segreteria del PD