Parappazum!

di Stefano Tienforti

Lo sapevo: questo articolo avrei dovuto scriverlo quattro o cinque giorni fa. Ora pago dazio alla mia pigrizia e, per riuscire a mettere ordine tra sin qui 83 commenti giunti in merito alla querelle sulla Processione del Cristo Risorto, m’è già venuto il mal di testa.

Naturalmente ero ben consapevole, quando ho ricevuto la lettera, che la reazione sarebbe stata immediata, ampia e contrastante: d’altronde lo scopo del portale è anche quello di tirare un sasso nell’acqua, provocare dibattito, confronto e discussione. Per questo, ringrazio l’anonimo sottoscrittore della famigerata missiva. E faccio notare una cosa che mi ha sin da subito incuriosito: tutti o quasi i commentatori lo hanno identificato con un uomo, più o meno desideroso di entrare a far parte della cerchia dei protagonisti della Processione. A nessuno è minimamente passato in testa di pensare che potesse trattarsi di una donna, oppure di qualcuno già interno alle schiere dei portatori: credo si tratti di una percezione istintiva che, ripeto, ha riguardato lettori e commentatori di diverse opinioni.

Ciò detto, alla possibilità di selezionare i portatori della Statua – o dei tronchi, lampioni, stendardi e chi più ne ha più ne metta – non avevo mai minimamente pensato, anche perché, della questione, m’interessa poco o nulla, se non al limite per la personalissima opinione secondo cui, quando si tratta di incarichi o ruoli in un certo senso pubblici, ritengo la discendenza in linea ereditaria qualcosa di sorpassato e feudale.

E mi importa poco perché, col mio modo di vivere la Processione, portatori, preti o autorità al seguito c’entrano – senza offesa – quasi nulla. I miei 25 anni di “carriera” al seguito del Cristo Risorto (i primi sei li ho saltati, vuoi per motivi d’età, vuoi perché – ironia della sorte – da piccolo ero terrorizzato non già dagli spari, ma dall’idea che la Macchina cadesse: non me ne vogliano i portatori d’allora!) li ricordo solo o quasi per due cose: l’atmosfera e la musica. Motivo per cui se devo individuare la fonte primaria della mia emozione pasquale penso al ritmo di marcetta suonato dalla Banda: che peraltro è – assieme al Sindaco – l’unica componente del corteo scelta in base a selezione.

Ma lasciando da parte le mie sensazioni e venendo all’animato dibattito nei commenti, tra i molti interventi sono pochissimi quelli che si segnalano, a mio avviso, per civile capacità di alimentare il confronto in maniera argomentata e costruttiva. E da questi si identificano due correnti di pensiero: quella più “tradizionalista”, secondo cui la straordinarietà della Processione vive anche nell’ereditarietà dei ruoli, e l’altra, in linea con la provocatoria lettera iniziale, che nelle selezioni dei portatori vedrebbe non tanto la garanzia di portatori più “forzuti”, quanto una possibilità di partecipazione meno elitaria. Posizione, quest’ultima, che un commentatore ha abilmente sintetizzato nell’espressione: “Perché voi sì o io no?”.

Gran parte del resto, purtroppo, è di fatto rissa verbale fine a sé stessa e battibecco. Sentire definire i portatori “flaccidi” o “non capaci” è becera superficialità e rozza critica, così come consigliare elettroencefalogrammi a chi la pensa diversamente. Allo stesso modo, è intollerabile leggere frasi come “chinate la testa”, “tappatevi la bocca” rivolte a chi “pretende di parlare del Cristo Risorto”. Di fatto, un muro contro muro che è arrivato a rasentare il ridicolo, tra sfide a colpi di prove di forza degne di una discussione alle scuole elementari.

Scusandomi per lo sfogo – e garantendovi che, oltre a quanto avete letto, c’è di peggio, nei commenti che non ho voluto e potuto approvare – voglio rivolgere alcune domande, anch’esse volutamente provocatorie, ad entrambe le “fazioni”.

A chi sostiene l’idea di selezioni chiedo, ad esempio, come pensa debbano svolgersi tali valutazioni e con quali criteri: mera forza fisica? Coordinazione e ritmo? Ed a chi dovrebbe far carico l’onore delle scelte? Inoltre, all’atto delle decisioni, deve essere indicativo anche il “risultato” dell’anno precedente? E se il Cristo non “balla”, come si individuano le responsabilità?

E dai portatori, invece, vorrei mi fosse spiegato perché, se c’è un regolamento cui si ispira la Processione – a cui essi fanno riferimento quando parlano delle origini e della tradizione del più sentito evento tarquiniese – sarebbe così inopportuno che Fabrizio Ercolani ne parli, tanto da arrivare a dire che un articolo in tal senso “non farebbe bene a nessuno” e, addirittura, sarebbe “detrattivo e circostanziato” (pur se ancora non è stato nemmeno scritto!). Anzi, proprio a voi chiedo, in questo caso, collaborazione: sarebbero più chiari a tutti, questi discorsi, se si potessero leggere le regole che, da decenni, definiscono lo svolgimento della Processione di Pasqua.

Il tutto, prima che i fan di ognuno dei due fronti mi si scagli contro, senza alcuna vena polemica, e anzi con l’augurio che la discussione riprenda con toni più consoni ad un salotto che ad un saloon del Far West.