Maneschi, Minniti e Olmi rispondono al sindaco sulla piscina

Riceviamo e pubblichiamo

Ieri pomeriggio, durante il consiglio comunale, ci siamo astenuti dal votare il piano economico finanziario dell’impianto natatorio.

Lo abbiamo fatto perché il progetto presentato dall’amministrazione comunale non ci ha pienamente convinto e non sono state prese in considerazione le nostre proposte migliorative al progetto.

Infatti, noi desideriamo per Tarquinia una vera piscina comunale, dotata di servizi e i confort per i cittadini, idonea per lo svolgimento di tutti gli sport acquatici.

Purtroppo, anche ieri sera, abbiamo avuto molte conferme alle nostre perplessità.

Infatti, quello che si andrà a realizzare è stato definito, testuali parole, “un impianto per la salute, un impianto socio educativo e socio ricreativo”.

In pratica nella vasca alta un metro e quaranta centimetri, si potranno svolgere gare di nuoto fino al massimo del livello regionale.

Quindi niente pallanuoto, immersioni per il conseguimento del brevetto di sommozzatore, gare di tuffi.

Inoltre, non ci sarà un locale palestra e quindi il riscaldamento prima della gara degli atleti dovrà avvenire a bordo piscina, dove non è prevista la realizzazione di gradinate.

Queste ultime, è stato detto durante il dibattimento, saranno realizzate con “elementi mobili” e montate all’occorrenza, sembra all’esterno dell’edificio.

L’impianto fotovoltaico, benché previsto dal progetto, non sarà per il momento realizzato. Forse sarà la ditta che vincerà la gara d’appalto, eventualmente, a realizzarlo.

Insomma, la montagna ha partorito il classico topolino.

Noi e i cittadini tarquiniesi sognavamo una vera piscina, in grado di attirare un maggiore bacino d’utenza e portare a Tarquinia gare di nuoto nazionali e internazionali.

Un impianto degno della nostra città.

Invece, i cittadini dovranno accontentarsi di quello che passa il convento, per la modica (si fa per dire) cifra di quasi 2 milioni e mezzo di euro.