Ma cos’è questa crisi: due chiacchiere con gli operatori di Tarquinia Lido

Ettore Petrolinidi Attilio Rosati

“Ma cos’è questa crisi” cantava qualche decennio fa Ettore Petrolini in una delle sue performance più famose e ben riuscite. E poi, subito la soluzione: “Cavi fuori il portafogli, metta in giro i grossi fogli e vedrà, che la crisi finirà, si contenti guadagnare quel che è giusto e non grattare e vedrà, che la crisi finirà!” Ma il colpo di scena, è dietro l’angolo; gli operatori di Tarquinia Lido che abbiamo interpellato ci dicono addirittura che in realtà la crisi… non esiste, almeno a Tarquinia dove il flusso turistico, negli ultimi tre anni, non ha subito apprezzabili diminuzioni.

“La gente a Tarquinia viene volentieri, se un calo di vendite negli ultimi tre anni c’è stato, non supera il 10-15%, e con una più attenta politica dell’accoglienza, avrebbe potuto essere evitato. La stessa organizzazione degli operatori del Lido pensa ad organizzare spettacoli e va bene, ma dovrebbe anche offrire pacchetti soggiorno a prezzi scontati in periodi di bassa stagione ed invece qui c’è gente che il 30 agosto già comincia a smontare gli ombrelloni: altro che crisi, è il clima di resa, di smobilitazione che crea danni!”, ci dice un operatore.

Un altro ci dice che la sua attività non ha subito contraccolpo alcuno a causa della crisi ed è soprattutto amareggiato dai metodi delle istituzioni preposte ai controlli: “I controlli si fanno ad aprile, quando eventuali irregolarità possono essere superate, e non in piena stagione quando un provvedimento sanzionatorio può significare licenziamento di giovani e perdita di reddito oramai inevitabile. Il controllo non può essere repressivo ma riparatorio e preventivo, deve servire ad aiutare chi lavora a stare nelle regole e non a danneggiarlo”.

Ma che crisi! Ci dice un altro: “Io ha lavorato come sempre nonostante l’inizio sia stato problematico per cause naturali (leggi maltempo). Chi sa lavorare, lavora, l’importante è offrire un servizio onesto e leale, che deve essere sempre lo stesso sia per cinquecento che per cinque clienti: stessa dedizione, stessa serietà professionale; e invece qui c’è gente che a settembre tira giù le serrande e scappa, cosa che non succede altrove. Quest’anno hanno funzionato bene anche i servizi, specie quello della raccolta rifiuti, perciò manca solo un minimo di organizzazione in più”.

Va bene dico io, ma la crisi? “Ma cos è questa crisi! Lasci stare il gavazzare, cerchi un po’ di lavorare e vedrà, che la crisi finirà (parapà parapà!)”.