M5S: “Impianto idroelettrico alla cartiera di Tarquinia: opportuno che se ne occupi la Magistratura”

Riceviamo e pubblichiamo

M5SAll’ultimo Consiglio Comunale, il M5S ha votato per una delibera che contrasta l’esproprio tentato dalla IES srl, che mira ad appropriarsi dell’impianto idroelettrico della vecchia Cartiera di Tarquinia. Il M5S punta a riattivare lo stesso impianto, e per tutelare il diritto dei tarquiniesi a produrre in proprio energia elettrica pulita dal fiume Marta, ha presentato anche un emendamento alla delibera, in cui invitava l’Amministrazione Comunale a intraprendere azioni utili a contrastare una seconda società, la Energie Nuove srl, che vuole realizzare due centrali idroelettriche di fronte alla ex-cartiera, con sottrazione di portata utile all’impianto comunale, specie d’estate quando il flusso è scarso. Durante la seduta, alla richiesta di chiarimenti della consigliera Regolo su come attuare il contrasto, il nostro portavoce Marco Dinelli ha proposto il ricorso al TAR per anomalie delle concessioni regionali date a Energie Nuove. Noncurante, la maggioranza ha votato contro l’emendamento.

Il M5S ha approfondito l’esame dei documenti e riscontrato gli aspetti illegittimi. La società Energie Nuove a metà dicembre ha ottenuto dalla Regione Lazio due concessioni d’acqua per uso idroelettrico, ciascuna da 250 Kw, con prelievo alla diga di Montebello ma con le turbine installate di fronte alla vecchia Cartiera, a 10 km di distanza dal punto di prelievo e a valle del futuro impianto comunale. Come fa Energie Nuove a portare l’acqua così lontano per usare il salto d 24 metri che si forma? Chiariamo. Dalla diga di Montebello parte una condotta di diametro due metri, opera imponente e costosa, che vale non meno di 30 milioni di euro. È proprietà della Regione ma è gestita dal Consorzio di Bonifica per irrigare la piana di Tarquinia. Quel tubo, in base ai dati GSE del 2015, può generare circa 700.000 euro all’anno da produzione idroelettrica. Per dare in uso i beni comuni destinati a sfruttamento economico, la legge prescrive gare ad evidenza pubblica, che diano l’opportunità a più imprenditori di partecipare e garantiscano un ritorno economico alla collettività proprietaria del bene. Riteniamo che per dare in uso quella condotta vada previsto un canone annuo di locazione di almeno 150.000 euro (0,5% del valore). Invece accade che la Regione il tubo lo dà gratis e si accontenti solo dei proventi della concessione d’acqua e che il Consorzio si ritenga soddisfatto da una somma che copre appena le spese di manutenzione. E dire che il Consorzio aveva già pagato un progetto per produrre elettricità dalla stessa condotta, grazie al quale avrebbe ridotto in modo significativo le bollette degli agricoltori che irrigano.

Il Consorzio ha sottoscritto un contratto di sottensione con Energie Nuove, consentendogli di usare l’impianto d’irrigazione per la quota eccedente l’uso agricolo ma ha dimenticato di chiedere alla Regione se la società avesse già vinto una gara ad evidenza pubblica con un bando a vantaggio della collettività. La Regione ha concesso a Energie Nuove di prelevare l’acqua a Montebello per produrre elettricità davanti alla ex-Cartiera, ma ha dimenticato di chiedere un canone per l’uso della condotta necessaria a portarla 10 km più a valle, dove si forma il salto di 24 metri ed ha scritto che concede l’acqua visto che il Consorzio ha già messo la condotta.

Il M5S ritiene che, oltre al un possibile danno erariale, sia reale il pregiudizio per l’idroelettrico comunale alla ex-Cartiera e che anche gli agricoltori possano rimetterci. È secondo noi opportuno che se ne occupi la Magistratura. Se il Comune di Tarquinia vuole preoccuparsi del ricorso al TAR, ci sembra che abbia tempo fino al 13 febbraio, Zingaretti permettendo.

M5S Tarquinia
Il portavoce Marco Dinelli