Lettere al Direttore: “Del parcheggio della Circonvallazione Cardarelli”

Riceviamo e pubblichiamo

Questo pomeriggio transitando con la vettura lungo via Le Rose, a valle del parcheggio “postmoderno” di recente realizzazione ho avuto la sorpresa, già verificatasi nei mesi scorsi, di trovare il transito a senso alternato per lavori in corso. Mi sono detto: vuoi vedere che finalmente hanno deciso di terminare l’opera, per altro inaugurata da tempo ma incompiuta? E sono stato tentato di telefonare all’assessore Ranucci per congratularmi dell’evento. Però ho avuto un attimo di esitazione e mi sono messo a guardare meglio in cosa consistevano i lavori.

Voi non ci crederete ma, meraviglia delle meraviglie, un grosso escavatore stava “grattando” la rupe (di natura argillosa e poco compatta) a valle del parcheggio, per il tratto che corre lungo via Le Rose, togliendo il terreno depositatosi sulla base della scarpata. Ponendo maggiore attenzione ai lavori sin qui eseguiti ho notato che il cordolo in cemento posto alla base della rupe non aveva le caratteristiche di una fondazione sulla quale erigere un muro di contenimento, bensì era un’ opera di finitura del margine interno del marciapiede non ancora realizzato e che, forse, stanno iniziando ad eseguire.

Sapete cosa significa questo? Che a fronte di oltre 200 mila euro di lavori, tanto è costato il parcheggio, non si è prevista la realizzazione dell’opera più importante che è la prosecuzione del muro di contenimento del terreno posto a valle del parcheggio e che raggiunge un dislivello di oltre 4 metri, fino a collegarsi con il muro esistente in corrispondenza della scuola media.

Circostanza questa che, anche se in astratto (e neanche tanto), in caso di piogge insistenti e copiose come siamo sempre più abituati ad avere, potrebbe causare il distacco del terreno con il cedimento del parcheggio sovrastante.

Paradossalmente si potrebbe dire che si è costruita un’abitazione partendo dal tetto dimenticandosi (?) di realizzare le opere di fondazione.

Il tutto aggravato dal fatto che le numerose piante di pino presenti sull’area ed il cui apparato radicale “teneva” saldo il terreno sono state abbattute per essere sostituite da cespugli di essenze tipiche della macchia mediterranea che, dovendo essere innaffiate, rammolliranno il terreno sottostante riducendone ulteriormente la resistenza con ulteriore  rischio di cedimento.

E badate bene che qualora si vorrà recuperare l’errore, i lavori necessari, quand’anche possibili, verrebbero a costare alla collettività almeno quattro volte rispetto a quanto sarebbero costati se eseguiti preventivamente come avrebbe suggerito il buon senso e le corrette regole del costruire.

Se questo significa spendere correttamente il denaro pubblico, lo lascio giudicare a voi.

Lettera firmata