Lettere al Direttore: “Consorzio di Bonifica,concessione a privati della condotta adduttrice, paradossi silenzi e incongruenze”

Riceviamo e pubblichiamo

Consorzio di BonificaCome era facile prevedere, nella prosecuzione del Consiglio di Amministrazione del 29/05/2015, tenutosi il 26/06/2015, i consiglieri presenti – con il mio unico voto contrario – hanno deciso di sottostare alle pesanti condizioni dettate dall’A.R.DI.S. che, tra l’altro, impongono al Consorzio di assumersi la – responsabilità per danni a cose e persone che dovessero verificarsi in dipendenza dell’esecuzione dell’intervento di cui trattasi, anche se determinate da piene del fiume, ordinarie e/o eccezionali” – in un sito che la medesima Agenzia Regionale definisce – “area delimitata P.A.I. vigente classificata a rischi di esondazione molto elevato (A 1)”.

Queste pesantissime condizioni sono state imposte dall’A.R.DI.S. all’Ente nella pratica autorizzativa che ha per oggetto la realizzazione di un nuovo condotto di restituzione in alveo che consentirà alla società privata proponente di realizzare l’impianto denominato Condotta Forzata 1 nonché l’adeguamento del condotto di restituzione in alveo esistente in loc. Piane Maria ai grossi volumi d’acqua che verranno turbinati dall’impianto denominato Condotta Forzata 2; il costo complessivo ipotizzabile per i due manufatti è di circa 500.000 euro.

È noto che il consorzio di bonifica sta affrontando una crisi economica dovuta alle difficoltà croniche di incassare i crediti pregressi che vanta da alcune ditte consorziate (una cifra che supera i due milioni di euro), a cui devono aggiungersi i quasi tre milioni di euro che la Regione Lazio deve all’Ente per i lavori d’istituto che il Consorzio ha effettuato, già da tempo, su incarico della stessa amministrazione regionale.

Sarebbe interessante capire se la Regione Lazio, non avendo ancora versato all’Ente neanche le somme anticipate dallo stesso per i lavori d’istituto, per quale motivo dovrebbe erogare i soldi necessari a costruire i due canali di restituzione in alveo necessari, pressoché unicamente, alla società privata per il funzionamento degli impianti progettati. E per quale motivo, sempre la Regione Lazio, dovrebbe stanziare circa 1.180.000 di euro (da progetto ) necessari per realizzare un secondo canale sedimentatore che servirà, soprattutto, alla società privata di turbinare l’acqua ininterrottamente, anche nei mesi invernali. Sia chiaro a tutti che, anche quando questo manufatto entrerà in funzione, sarà comunque necessario fermare gli impianti di irrigazione per rimuovere il limo che si deposita nei laghetti.

In conclusione, la maggioranza del C.d.A del Consorzio Di Bonifica ha deliberato di chiedere alla Regione Lazio le somme sopra menzionate per consentire ad una società privata di sfruttare a uso idroelettrico l’acqua del nostro fiume e la nostra condotta adduttrice; tra l’altro, assumendosi le pesanti condizioni imposte dall’A.R.DI.S e, di fatto, rinunciando – per sempre – alla possibilità di realizzare l’impianto idroelettrico che l’ente aveva già ideato e che costerebbe circa 1.100.000 euro e che avrebbe potuto produrre energia idroelettrica per un valore di circa 400.000 euro all’anno a favore dell’Ente.

In pratica, la maggioranza del C.d.A del Consorzio di Bonifica, preferisce chiedere soldi alla Regione Lazio per far realizzare gli impianti progettati da una società privata anziché cercare finanziamenti per realizzare in proprio l’impianto che consentirebbe l’abbattimento di circa il 25% degli attuali ruoli irrigui. Se così sta bene al C.d.A. del Consorzio dubito che lo stesso gradimento sia condiviso tra i Sig. consorziati. A breve renderò noti ulteriori dettagli di questa vicenda.

Augusto Torresi