Lettere al Direttore: “Consorzio di Bonifica: chiarimenti pubblici o dimissioni”

Riceviamo e pubblichiamo

Foto-aerea-commentata-turbine-copia-(1)Come era facile prevedere, stipulare una convenzione con una società privata, avente per oggetto la concessione dello sfruttamento a fini idroelettrici della condotta adduttrice dell’impianto irriguo delle piane di Tarquinia gestita dal consorzio di bonifica della maremma etrusca, non poteva che avere conseguenze negative per l’intera proprietà consorziata e per la collettività.

Per il momento, intanto, i consorziati dovranno pagare le spese legali necessarie per la costituzione nei tre giudizi promossi dalla società privata Iniziative Energetiche Sostenibili (IES s.r.l.), innanzi al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma; giudizi con i quali chiede l’annullamento delle Determina della Regione Lazio : 1) n. G00201 del 16.01.2015, : 2) n. G04880 del 23.04.2015, : 3) n. G04881 del 23.04.2015, – e di ogni atto connesso presupposto o conseguenziale.

Queste, a mio parere, sono le conseguenze della deliberazione n. 137 del 28.03.2014 con la quale la maggioranza del CdA del Consorzio, ha approvato in linea tecnica le progettazioni preliminari presentate dalla Soc. Energie Nuove Srl interferenti con gli impianti irrigui consortili delle piane di Tarquinia, senza aver compiuto le opportune verifiche.

Infatti, solo successivamente all’approvazione in linea tecnica dei progetti, l’amministrazione dell’ente si è resa conto che, l’area individuata dalla società privata per la costruzione dei due impianti idroelettrici, risultava essere una delle più critiche dal punto di vista idraulico del Fiume Marta, decidendo, conseguentemente, di inviare osservazioni agli uffici competenti della Regione Lazio ai progetti presentati dalla Soc. Energie Nuove Srl per l’ottenimento delle valutazione di impatto ambientale; osservazioni a quegli stessi progetti che in linea tecnica aveva approvato con la delibera n. 137.

Va anche detto che solamente dopo l’approvazione dei progetti è stato notato che il condotto di restituzione in alveo, in corrispondenza dell’impianto denominato Condotta forzata 1, non è presente.

In aggiunta, quello in corrispondenza dell’impianto denominato Condotta Forzata 2 non è adeguato all’esigenze dell’impianto, tantoché, con la delibera n.202 l’ente è stato costretto a sottostare alle pesantissime condizioni imposte dall’A.R.DI.S. che, tra l’altro, impongono al Consorzio di assumersi la – “responsabilità per danni a cose e persone che dovessero verificarsi in dipendenza dell’esecuzione dell’intervento di cui trattasi, anche se determinate da piene del fiume, ordinarie e/o eccezionali” – in un sito che la medesima Agenzia Regionale definisce – “area delimitata P.A.I. vigente classificata a rischi di esondazione molto elevato (A 1)”.

Questi fatti impongono chiarimenti pubblici riguardanti, al minimo, due aspetti molto controversi che generano legittimi e preoccupanti dubbi:

  • Se la società Energie Nuove srl abbia agito nell’ambito del mandato della deliberazione – comitato esecutivo n. 311 del 17.10.2013 – in cui, testualmente, le era stato conferito mandato per – “l’attività di ricognizione della rete idrica di competenza dei Consorzi di Bonifica del Lazio, di mappatura dei possibili siti per l’installazione di centrali mini/micro idroelettrici e la progettazione preliminare degli interventi”-.
  • Perché, gli uffici competenti della Regione Lazio, con le determina n. G04880 e la n. G04881, abbiano ammesso ad istruttoria le domande di concessione di acqua ad uso idroelettrico per gli impianti denominati Condotta forzata 1 e Condotta forzata 2, impianti che, indubbiamente, fino alla costruzione e/o adeguamento dei due condotti di restituzione in alveo, non potranno essere materialmente realizzati?

Pertanto visto che i consorziati, loro malgrado, dovranno pagare le spese legali per i giudizi sopra citati, e gli eventuali danni a cose e persone che dovessero verificarsi per realizzare/sistemare i due condotti di restituzione, ribadisco la necessità che venga indetta una pubblica assemblea per chiarire quanto sopra evidenziato.

Se i miei colleghi amministratori, che hanno espresso voto favorevole per l’adozione della delibera n.137 del 28.03.2014, non sono capaci, non hanno voglia o temono di affrontare un esaustivo dibattito in una pubblica assemblea, farebbero meglio a dimettersi.

Torresi Augusto
Consigliere Membro del Comitato Esecutivo, del Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca