Lettere al Direttore: “C’è qualcuno che crede davvero nelle potenzialità del Lido?”

Riceviamo e pubblichiamo

Egregio Direttore,

Le scrivo non da comune cittadino, ma da comune cittadino amante del Mare. E, quando dico Mare, lo dico alla tarquiniese, nel senso di Lido. Un amore nato ormai cinquant’anni fa, da bambino, e cresciuto da ragazzo quando – un po’ lavorando qua e là, un po’ divertendomi – ho conosciuto una realtà che, parliamo di fine anni ‘60/inizio anni ’70, viveva il suo più vivace splendore.

Mi conceda, perciò, queste righe, che sono per me quasi uno sfogo: come sempre, infatti, in campagna elettorale sento parlare di rilancio del Lido – inizio a credere si tratti di una specialità olimpica – e m’intristisce notare come queste parole continuino a suonare nel vuoto, perché nulla, negli ultimi anni, è stato davvero fatto in tal senso.

Conosco tante persone che vivono al Lido, tanti altri che vi lavorano o vi possiedono un’attività, altri – per lo più amici “forestieri” di gioventù, ora cresciuti e con figli grandi – che vi tornano per la villeggiatura. E molti di loro concordano quando dico, forse un po’ brutalmente, la mia opinione: sul Lido nessuno punta ormai da tempo, almeno a livello di amministrazioni.

Servirebbe una vera riqualificazione, un’idea, un progetto da seguire con programmazione, costanza, impegno e filo logico. Partendo, se si vuole, anche dal minimo. Cioè – e faccio solo un esempio – dalla realizzazione e dalla cura di aree verdi o giardini, o semplicemente dall’obbligo ferreo nei confronti dei proprietari di curare e tener puliti i lotti inedificati, vere “mazzate” dal punto di vista del decoro e dell’estetica.

E invece l’accoglienza del Lido a chi vi giunge è tutt’altro che piacevole: strade dissestate, poco decoro, mai un pratino curato o una siepe sistemata, a partire dallo scandalo del monumento di viale dei Tritoni che nessuno ripulisce mai.

Non credo Lei si stupisca se le cito una frase che alcuni miei amici di Roma o Viterbo mi ripetono spesso, d’estate: “Da noi il Comune pretende solo i soldi!”. E certo il riferimento non è ad un’amministrazione o l’altra. Ma, non so se Lei lo sa, oltre all’ICI (e, d’ora in poi, l’IMU sarà ancora più alta, considerando che in buona parte al Lido sono tutte seconde case), i proprietari devono pagare sia l’acqua che la nettezza urbana per intero, senza alcuna riduzione, pur vivendo le loro case solo tre o quattro mesi l’anno.

Anche da questi problemi nasce l’attuale stagnante situazione del Lido, che non attrae più nessuno. Eppure dovrebbe esser visto come una risorsa, da tornare a far vivere e fruttare non tanto per il nostro presente, quanto per il futuro dei nostri figli o nipoti. E si dovrebbe partire, anche per dare un segnale a chi investe privatamente nelle strutture del Lido, destinando almeno la metà degli introiti che la zona produce in termini di tasse alla realizzazione di opere e progetti di riqualificazione dell’area. E lavorando per sbloccare situazioni ferme da anni, come quella relativa al gas metano, di cui il Lido è tuttora sprovvisto.

Serve nuovo entusiasmo, servono migliorie vere, novità, ambizioni, così che i visitatori, arrivando, possano parlare di una Tarquinia Lido nuova, desiderosa di tornare centro d’attrazione anche e soprattutto per i giovani. In quei primi anni ’70 era una località prestigiosa, di grande valore ed attrattiva immobiliare e turistica, con locali di grande richiamo (quelli della mia età ricorderanno il Penny). Da allora, è stata solo discesa.

Di quell’ambizione, prima di tutto, dovrebbe nutrirsi chi, in questi giorni, tratta il Lido come specchietto delle allodole in vista delle elezioni. Questo auguro alle prossime amministrazioni: che sappiano credere davvero nel Lido, ed abbiano le capacità, la professionalità, la competenza e la determinazione per vederlo non come un appendice del paese, ma come una risorsa da cui ripartire.

Scusandomi per la lunghezza, La ringrazio e Le porgo Cordiali saluti

Lettera firmata