La “Natività” di Ignaz Stern in mostra alla chiesa del Gonfalone di Viterbo

Riceviamo e pubblichiamo

“La maggiore qualità della Natività di Stern sta, comunque, nel modo in cui i suoi precedenti vengono assimilati nella traduzione degli amorosi affetti, in valori atmosferici, nordici, e perfettamente padani, passando dal cuore all’aria” (Vittorio Sgarbi)

Una perla rara e preziosa pronta a rivelare tutta la sua bellezza. Grazie alla collaborazione con la collezione Cavallini Sgarbi, la “Natività di Gesù” di Ignaz Stern, pittore bavarese conosciuto in Italia con il nome di Ignazio Stella (Mariahilf, Passavia, 1680 circa – Roma 1748), sarà eccezionalmente in mostra presso la chiesa di San Giovanni Battista del Gonfalone di Viterbo. All’interno dei suggestivi spazi barocchi dell’edificio sacro, lo smagliante dipinto, opera matura dell’artista, sarà infatti visibile al pubblico da venerdì 20 dicembre 2013 (inaugurazione ore 12.30), protagonista di un evento unico organizzato da “Anonima Talenti”, patrocinato e sostenuto dal Comune di Viterbo-Assessorato alla Cultura. L’esposizione sarà inaugurata da una lectio magistralis di Vittorio Sgarbi, in una cerimonia che seguirà l’inaugurazione della mostra dedicata alla “Pietà” e alla “Flagellazione” di Sebastiano del Piombo, ospitate presso la Sala Regia di Palazzo dei Priori di Viterbo.

Nella “Natività” di Stern, (datata 1724), la Madonna in estasi rivolge il suo sguardo verso Dio dopo avere ricevuto la grazia di concepire suo Figlio. La luce notturna che avvolge l’evento sottolinea l’intimità della scena che suscita, grazie ai suggestivi contrasti luce-ombra, una forte emozione nello spettatore. La particolare iconografia è tratta dalle Celesti Rivelazioni di santa Brigida di Svezia; secondo la visione avuta dalla santa nella Grotta di Betlemme, come afferma Vittorio Sgarbi, “Maria, col capo velato, raccoglie il Bambino freddoloso e rivolge il ringraziamento a Dio, non pregando chinata, ma rivolgendo gli occhi al cielo, ancora in preda agli ultimi effetti dell’estasi che l’aveva coinvolta prima del parto. Il canto angelico del racconto brigidiano si è personificato in creature celesti, giovani e giovanissime, che partecipano direttamente all’evento. Giuseppe, che nella visione ricompare, piangente, solo dopo il ringraziamento di Maria, qui è già stato integrato nel gruppo. Se le Rivelazioni di Brigida possono essere considerate la fonte letteraria della nostra opera, l’ispirazione pittorica è ancora più stringente: la “Notte” (Adorazione dei pastori) di Correggio, la prima grande Natività in notturno della storia dell’arte italiana”.