Goletta Verde: “Le acque alla foce del fiume Marta sono fortemente inquinate”

di Marco Vallesi

“In provincia di Viterbo , nel Comune di Montalto di Castro, in località Chiarone, il prelievo compiuto presso la foce del Fiume Chiarone è risultato inquinato. Sempre nel Viterbese, nel comune di Tarquinia, in località Lido, valori batteriologici oltre la norma indicano che le acque sono fortemente inquinate”. Sono queste le testuali parole con le quali ieri, 9 giugno 2012, Goletta Verde di Legambiente Roma, ha bollato le acque del litorale viterbese.

Le analisi effettuate lungo l’intera costa laziale durante il consueto viaggio estivo della Goletta Verde di Legambiente mettono in evidenza – secondo il comunicato stampa ufficiale dell’associazione ambientalista (pdf.scaricabile qui) –  che su 15 punti di prelievo per le analisi effettuate, solamente due presentano valori d’inquinamento entro la norma.

In precedenza, il sindaco di Tarquinia aveva emesso un’ordinanza (pdf.scaricabile qui) con la quale si vieta la balneazione in alcuni tratti della costa tarquiniese tra i quali il tratto compreso tra i 550 metri a sinistra e i 400 metri a destra della foce del fiume Marta.

Restano da osservare un paio di cose. Uno: che la definizione testuale del documento di Legambiente (riportata dal comunicato stampa con un copia-incolla) sembrerebbe indicare l’intera località del Lido mentre, nella tabella che riporta l’elenco e gli esiti delle 15 località (peraltro – sempre dal documento Legambiente, in testa alla citata tabella – individuate erroneamente vicine al mare della Toscana) in cui sono stati effettuati i prelievi e le analisi, viene indicata, precisamente, la “Foce Fiume Marta”. Viene da chiedersi, al fine di una corretta e puntuale informazione, quale sia l’utilità della diffusione di un documento che lascia spazio a più interpretazioni.

Due: nulla di tutto ciò, ossia le annuali “missioni” di Goletta Verde e le altrettanto annuali ordinanze sindacali, hanno prodotto un risultato che sia uno in termini di soluzione del problema. Anche qui una domanda sorge spontanea: non è che nelle aspettative di enti, associazioni e ministeri ci sia anche quella per la quale, una volta lette per trent’anni consecutivi le varie circolari, ordinanze e analisi, i bagnanti possano, grazie a tali letture estive, diventare immuni ai batteri che infestano i nostri mari?