E ora mancano, davvero, solo gli schiaffi

“Quanto fatto dalla Provincia di Viterbo e dall’Assessore all’Agricoltura è vergognoso. Si è piegato ubbidiente alle istanze della politica facendo cartello con i suoi amici di partito di Civitavecchia in spregio e contro i cittadini di Tarquinia”.

 Sulla Riserva è davvero rissa: non quella, fisica, che si temeva come rappresaglia dagli esclusi sul pianoro della Civita; ma verbale, a colpi di lettere e dichiarazioni, tra i politici di Tarquinia, Civitavecchia e, da ieri, anche Viterbo.

Il nuovo elemento è la diffida all’Agraria, notificata a mezzo della Polizia Provinciale, a rimuovere le tabelle che indicano la Riserva per la raccolta dei Funghi Ferlenghi in favore degli utenti dell’ente: decisione che, secondo il presidente Antonelli, “appare un vero e proprio sopruso basato su motivazioni deboli e che non tengono conto né della natura giuridica dei terreni, né dei diritti della comunità dei cittadini di Tarquinia”.

 Lo scontro, in particolare, è con l’Assessore PdL Franco Simeone, reo, secondo Antonelli, “di un atto grave, richiesto dal PDL di Civitavecchia, cui ha ubbidito ciecamente non come pubblico amministratore, ma come militante di partito”. “Invece di sprecare la Polizia Provinciale per la notifica di una lettera di diffida – imperversa Antonelli – il compiacente e solerte assessore Simeone avrebbe potuto inviare gli agenti a eseguire i controlli contro chi saccheggia il territorio per interessi economici veri nel totale disprezzo delle regole”.

 “Rimane l’amarezza – conclude Antonelli – davanti ad un Assessore della Provincia di Viterbo che invece di tutelare i cittadini di Tarquinia ha preso supinamente le difese di Civitavecchia, con motivazioni troppo deboli per essere figlie di un attento lavoro di riflessione e studio: non un incontro, non una richiesta documentale, Polizia Provinciale a prendere carte ed a portare notifiche, bell’esempio di dialogo con il territorio. Arroganza da despoti”.

 Ad ogni modo, fanno sapere da via Garbialdi, le tabelle rimarranno al loro posto, certi che in caso di ricorso alle vie giudiziarie l’Agraria saprebbe ben difendere le proprie ragioni.