Domani alla GNAM di Roma si apre la mostra su “La scultura ceramica contemporanea in Italia”

Si inaugura domani, 11 marzo, con apertura al pubblico dal 12, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, la mostra dal titolo “La scultura ceramica contemporanea in Italia”, che come anticipato qualche settimana fa da L’extra vedrà tra i suoi protagonisti anche tre ceramisti tarquiniesi, Luigi Belli, Marco Ferri e Massimo Luccioli, oltre al critico d’arte Luciano Marziano. Per omaggiarli alla vigilia dell’apertura dell’evento, proponiamo integralmente il contributo per l’Ansa redatto da Margherita Nanetti.

(di Margherita Nanetti) (ANSA) – ROMA, 7 MAR – Al via, alla Gnam, un grande ‘excursus’ dei maestri italiani della ceramica degli ultimi sessanta anni. Per la prima volta, la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea – dall’undici marzo al sette giugno – esporrà le opere in ceramica, con 180 pezzi pezzi che vanno dagli anni Cinquanta ad oggi, di sessantatre artisti italiani, di diverse generazioni, che si sono dedicati a questa antichissima lavorazione. La LUIGI_BELLImostra, che si inaugura il dieci marzo, si snoda come un percorso emozionale e non cronologico dell’evoluzione e attualizzazione di questa arte ed è anche una occasione per rendere omaggio al grande Leoncillo. Uno dei maggiori scultori europei del dopoguerra del quale questo anno ricorre il centenario della nascita. Oltre alla collettiva – che nasce da una idea del ceramista Nino Caruso, ‘coevo’ di Leoncillo – la Gnam espone le opere dell’artista spoletino acquisite dalla galleria tra gli anni Quaranta e i Settanta. E’ un riconoscimento della eccezionale attività di Leoncillo, artista che ha dato voce all’impegno antifascista sia nella militanza che nelle opere, mettendo in rilievo anche il contributo delle donne alla lotta di liberazione come dimostra un’opera dalla tormentata vicenda come il ‘Monumento alla partigiana veneta’, distrutta a Venezia da un attentato neofascista, ma anche la scultura della ‘Madre romana uccisa dai tedeschi’, un grido contro la barbarie della guerra.
Tra le nuove ‘leve’, ci sono anche i lavori di tre ceramisti di Tarquinia, dove forte si è trasmesso l’insegnamento eclettico del pittore cileno Sebastian Matta che qui aveva eletto il suo ‘buen retiro’. A guidarli è Massimo Luccioli, pittore che da anni è approdato ai faticosi territori della scultura e della ceramica, partendo dallo studio delle tecniche di cottura degli etruschi. Insieme a lui ci sono Luigi Belli e Marco Ferri. La mostra – curata da Mariastella Margozzi e Nino Caruso – mette insieme un itinerario dell’espressione in ‘ceramica’ come arte di decorare elementi e oggetti della vita quotidiana, con tecniche arricchite dai ceramisti contemporanei con continue e nuove sperimentazioni, anche formali, che hanno portato questa disciplina a competere a pari livello di nobiltà con la scultura più tradizionale in pietra, marmo o bronzo. Le novità tecniche ed estetiche degli artisti in mostra testimoniano la vitalità di questa forma espressiva. Una particolare creatività, associata alla personale scelta dei materiali e delle loro modalità di cottura, con originali idee iconografiche e stilistiche, distingue ognuno degli artisti esposti alla Gnam e testimonia anche una evoluzione generazionale di questo linguaggio. La prima stirpe moderna di scultori ceramisti si è formata assimilando gli insegnamenti di Arturo Martini, Lucio Fontana, Fausto Melotti, ma soprattutto guardando all’innovatore Leoncillo Leonardi. Forte la sua eco tra gli artisti in mostra dall’undici marzo, ognuno con due o tre opere. Oltre a Luccioli, Belli e Ferri, ci sono: Attilio Antibo, Lee Babel, Riccardo Biavati, Nicola Boccini, Federico Bonaldi, Silvia Celeste Calcagno, Carlos Carlè, Nino Caruso, Andrea Caruso, Pino Castagna, Tonina Cecchetti, Fausto Cheng, Eraldo Chiucchiù, Antonella Cimatti, Salvatore Cipolla, Claudio Cipolletti, Elettra Cipriani, Giorgio Crisafi, Mirco De Nicolò, Guido De Zan, Tristano Di Robilant, Fabrizio Dusi, Yvonne Ekman, Marino Ficola, Candido Fior, Goffredo Gaeta, Emidio Galassi, Alfredo Gioventù, Luigi Gismondo, Antonio Grieco, Annalisa Guerri, Nedda Guidi, Luciano Laghi, Alfonso Leoni, Adriano Leverone, Giuseppe Lucietti, Mirna Manni, Guido Mariani, Salvatore Meli, Alberto Mingotti, Rita Miranda, Riccardo Monachesi, Simone Negri, Martha Pachon Rodriguez, Fiorenza Pancino, Luigi Pero, Pompeo Pianezzola, Jasmine Pignatelli, Graziano Pompili, Paolo Porelli, Aldo Rontini, Gabriella Sacchi, Ivo Sassi, Giancarlo Sciannella, SPROUT (Denis Imberti e Stefano Tasca), Enrico Stropparo, Alessio Tasca, Panos Tsolakos, Nanni Valentini, Cristiana Vignatelli Bruni, Carlo Zauli.
Il progetto di allestimento della mostra è di Massimo Licoccia. Il catalogo, edito da Castelvecchi, presenta i contributi critici di Luciano Marziano, a lungo sovrintendente dei Beni culturali, Claudia Casali, Stefania Petrillo, Daniela Fonti, Giuliana Ericani, Mariastella Margozzi e lo stesso Nino Caruso.