Divino Etrusco, quando la confusione diventa la prassi

di Stefano Tienforti

È da poco iniziato luglio, il che fa sì che ad inizio agosto, data tradizionalmente dedicata, nel panorama turistico e degli eventi di Tarquinia, al Divino Etrusco, manchino si e no trenta giorni. Solo che, sinora, della manifestazione non solo non si sa nulla di ufficiale, ma addirittura su di essa aleggia una confusione che certo non fa bene al successo ed alla vitalità di quello che sembrava uno dei pochi – se non l’unico – punto fermo dell’estate cittadina.

A partire dal fatto che, a tutt’oggi, manca una qualsiasi dichiarazione ufficiale – da parte del Comune o di qualsiasi altra realtà cittadina – sull’effettiva realizzazione dell’evento e su chi dovrà farsi carico di organizzarlo. Per non parlare delle date: c’è chi parla di 2-4 agosto, chi giura di aver letto su TrovaRoma – inserto di spettacoli ed eventi di Repubblica – una promozione per fine luglio. Da chi partono queste notizie? Chi cura questa “promozione preventiva” non riconducibile ai canali ufficiali? Sulla base di quale progetto o idea di fondo sono stati avviati i primi contatti con le realtà che dovranno esser coinvolte, già che pare siano stati interpellati anche alcuni artisti per gli spettacoli?

Ed ancora: nel Divino Etrusco 2013 avrà ancora un ruolo Carlo Zucchetti, motore delle precedenti edizioni? Se no, come pare anche a seguito degli ultimi incontri sulla vicenda, cosa cambierà nel Divino prossimo venturo? Stessa forma sulla dodecapoli etrusca, come annunciato su alcuni articoli di giornale nelle settimane scorse? O un format nuovo? E se Zucchetti non fa più parte dell’organizzazione tarquiniese dell’evento, perché il Comune consente l’utilizzazione di un marchio ideato ed avviato a Tarquinia per una identica iniziativa a Volterra? Ben inteso, che il marchio si rafforzi – peraltro in una realtà come la cittadina toscana che non va in conflitto, in termini di periodo o di fruitori, con l’evento tarquiniese – è qualcosa di più che positivo, soprattutto qualora, come accaduto, valorizzi anche i prodotti nostrani, ma urge chiarezza sui ruoli e sulle strategie che gli enti pubblici tarquiniesi intendono attuare per quella che è divenuta la principale manifestazione estiva tarquiniese. Anche perché, questa chiarezza, è mancata sin dall’inizio, ed i risultati sono evidenti: l’associazione che fa capo a Zucchetti si chiama Divino Etrusco, il sito internet dell’evento è intestato a lui e, a quanto può capirsi visitandolo, lui ne cura la gestione.

Tarquinia crede o no nell’evento che ha creato e – con investimenti parecchio ingenti, ben più di quelli destinati ad altre iniziative pur di rilievo – avviato? Ridursi a programmarlo tra i misteri in meno di un mese è produttivo per l’immagine della manifestazione e della Città? Si ha ben chiaro in testa quali sono gli obiettivi del Divino Etrusco, quali le prospettive per dargli continuità e crescente successo? Tutte domande – iniziano a esser troppe – la cui risposta spetta alle persone che si faranno carico dell’organizzazione 2013: per darla hanno un mese di tempo, giorno più giorno meno.