DiVino Etrusco: giovedì l’anteprima all’Ara della Regina

Riceviamo e pubblichiamo

Giovedì 01 agosto p.v. a partire dalle ore 20.00, il santuario etrusco dell’Ara della Regina, sul Pianoro della Civita, sarà animato da un insieme di manifestazioni che apriranno il “Divino Etrusco”, kermesse enogastronomica che ormai da alcuni anni riempie le vie della cittadina tirrenica di Tarquinia, di amanti del buon bere e non solo.

A organizzare la manifestazione è L’Associazione ArcheologicaMente onlus con il Comune di Tarquinia, l’Università Agraria di Tarquinia, La Società Tarquiniense d’Arte e Storia, in collaborazione con i volontari dell’AEOPC Italia e dell’ANTEAS, la CRI e con il contributo della Banca della Tuscia Credito Cooperativo e del Villaggio turistico Europing 2000, del Camping Village Tuscia Tirrenica e del Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca.

L’evento è stato possibile grazie alla disponibilità della Soprintendenza per I Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, in particolare del Soprintendente, dott.ssa Alfonsina Russo e all’Ispettrice di zona, dott.ssa M. Gabriella Scapaticci.

Si vuole rianimare questo importante sito archeologico riproponendovi quelle che erano le attività predilette dagli Etruschi: la musica, l’arte, l’artigianato e il simposio che tanta parte avevano nella vita quotidiana di questo popolo.

Scoperto negli anni ’30 del secolo scorso dall’archeologo Pietro Romanelli, il poderoso basamento è noto a tutti con il nome di “Ara della Regina”; si tratta delle vestigia del più grande tempio etrusco mai esistito, costruito nel VI sec. a.C. e rimasto in vita fino al Medioevo, quando venne trasformato in chiesa cristiana, per poi essere distrutto in seguito all’abbandono della sede della città storica.

Il programma della serata prevede, alle ore 20.00 come momento introduttivo, la visita guidata del sito archeologico grazie alla disponibilità delle guide dell’Associazione ArtEtruria; alle 20.30, il concerto di arpa celtica e arpa bardica del musicista Vincenzo Zitello ,”Civiltà Celesti”, con interventi di Carlo Brignola (corni e conchiglie) e Fulvio Renzi (violino).

Vincenzo Zitello, compositore,  concertista e primo pioniere dell’arpa celtica in Italia, inizia i suoi studi musicali come violinista e flautista in giovanissima età. La musica di Vincenzo Zitello segue un preciso orientamento di ricerca che mira ad esaltare le insospettabili potenzialità che dimorano tra le corde delle sue arpe. In  concerto, ne utilizza due che vengono suonate in alternanza, l’arpa celtica e l’arpa bardica, due strumenti della tradizione Gaelica con caratteristiche sonore ed espressive differenti. Il concerto “Civiltà Celesti”, attraverso un percorso dotato di rigorosa autonomia e di matura sintesi espressiva, si dipana coinvolgente, in un crescendo fatto di lirismi, evocazioni, allusioni, ritmi, variazioni e virtuosismi che invariabilmente rapiscono ed incantano ogni ascoltatore.

In contemporanea, lungo il cosi detto “decumano” – la strada che fiancheggia il tempio – sarà allestita una Mostra d’Arte e di Artigianato, dei maggiori esponenti della produzione artistica e artigiana locale, che affonda le sue radici nelle tradizioni e sul suolo etrusco, traendone ispirazione.

“Prospettive etrusche” non è semplicemente uno spettacolo finalizzato a se stesso, in apertura di un’importante manifestazione quale il “Divino etrusco”, si mira a sensibilizzare l’opinione pubblica, puntando l’attenzione sullo stato in cui versa il nostro patrimonio culturale: per giorni gli uomini dell’Università Agraria di Tarquinia e gli archeologi dell’Associazione ArcheologicaMente onlus hanno lavorato per ripulire l’area e renderla fruibile. Questo per non dimenticare che il tempio dell’Ara della Regina è il più grandioso tempio etrusco esistente “al mondo” e che da qui proviene la celeberrima scultura dei “Cavalli alati”, parte dell’ultima decorazione frontonale dell’edificio, ormai emblema della città di Tarquinia.

L’entrata, a offerta libera, sarà destinata alla manutenzione del patrimonio archeologico locale. I proventi dello scorso anno sono stati utilizzati per il rifacimento della cartellonistica della necropoli dei Monterozzi, dal 2004 inserita dall’Unesco nella lista dei siti di rilevanza mondiale.