Consiglio straordinario a Tarquinia: sì alla Trasversale, ma è polemica sul percorso viola

Centro-storico-di-TarquiniaSì alla Trasversale, sì alla messa in sicurezza dell’Aurelia bis, no al tracciato verde e a quello blu: è quanto emerso dal consiglio comunale straordinario tenutosi ieri pomeriggio, 29 febbraio 2016, a Tarquinia. Ma a far discutere è quanto detto sul tracciato viola. Questa la sintesi.

Il consiglio si apre con il Sindaco Mazzola che precisa come sia favorevole alla Trasversale, ma contrario al tracciato verde e a quello blu: un intervento condito dalla cronistoria degli atti e teso a dimostrare come il Comune non sia rimasto inerte sul tema e che al contrario esistono provvedimenti della Provincia – a guida centrodestra, quindi con presente Alfio Meraviglia come consigliere – che vanno nella direzione opposta.

Parla quindi il Vice Sindaco Bacciardi, che esprime soddisfazione ricordando il lavoro di concertazione fatto ascoltando i cittadini e i comitati, ma si rammarica per la scarsa partecipazione al Consiglio. “Il tracciato va deciso con i cittadini – le parole di Bacciardi – nessuno può venire da fuori a fare il padrone a Tarquinia: il nostro territorio ha già dato”.

La discussione entra nel vivo quando si iniziano a trattare gli emendamenti, tanti, presentati all’assise. Uno lo propone la maggioranza a firma Mazzola, ribadendo la contrarietà anche al tracciato blu; un altro lo propone il Vice Sindaco in merito alla messa in sicurezza dell’Aurelia bis, quattro li propone il Movimento Cinque Stelle due il centrodestra che chiede anche, per voce di Pietro Serafini, che nel deliberato si esprima che il Comune di Tarquinia è favorevole al tracciato viola, come per altro hanno già detto sui giornali PD e Moderati e Riformisti, spiegando come in assenza di detta indicazione si finirebbe di fatto per dare una delega in bianco al Sindaco a trattare con ANAS e Regione. Tra i vantaggi del tracciato viola, secondo Serafini, anche il fatto che lo stesso transiterebbe in gran parte sui terreni dell’Università Agraria e del Comune, e non su quelli dei privati.

Sul punto, però, interviene Carola Regolo Montesi, che spiega come in realtà il tracciato viola – al centro degli interventi, nei giorni scorsi, anche del sindaco Mazzola – sia oggi irrealizzabile, poiché sono sopravvenuti vincoli nuovi rispetto all’approvazione del 2006; la supporta da Giancarlo Capitani, che ha ricordato come il riconoscimento della necropoli quale sito UNESCO ad esempio modifichi le norme da attuare, di fatto sconfessando quanto da lui stesso sottoscritto in un comunicato appena dieci giorni fa. Parla anche l’assessore Celli, che ribadisce come il parere positivo al tracciato viola sia un errore e che, al contrario, rimane l’esigenza di un tracciato condiviso. La maggioranza respinge quindi la proposta Serafini, sostenendo come il tracciato Viola sia solo un punto di partenza per una discussione più ampia su una proposta comune.

Viene data la parola anche ai comitati impegnati nella difesa del diritto alla mobilità cittadina e del territorio. Marzia Marzoli, a nome dei comitati ambientalisti, sottolinea come la delibera sia un atto debole: le sedi decisionali, infatti, sono altrove ed a quei tavoli non vi sarà seduto il Comune di Tarquinia, ma la Regione Lazio che si è espressa in modo preoccupante. L’unica procedura di approvazione in corso è, infatti, quella del tracciato verde, alla quale peraltro il Comune di Tarquinia non ha mosso osservazioni; gli unici a farlo sono stati proprio i movimenti ambientalisti. Prende la parola anche Allegrini, del comitato Santa Maria, che mette in guardia su una delibera del Comune di Monte Romano che apre al tracciato verde.

Si giunge alla votazione: il Movimento Cinque Stelle si esprime contro la delibera, dopo aver visto bocciati i suoi emendamenti; non partecipa al voto Pietro Serafini per protesta. Nella minoranza assenti fin dall’inizio Minniti e Meraviglia, in maggioranza Centini e Voccia, mentre è arrivato in ritardo Rabuffi, tanto che Maneschi ha sottolineato come il numero legale fosse garantito dalla minoranza.