Comitato per il Diritto alla mobilità: “Tirrenica: Farnesiana chiusa ed archiviata”

Riceviamo e pubblichiamo

riaprie la FarnesianafarnfarL’accesso alla Farnesiana è chiuso in ingresso da quasi una settimana, dal 17 luglio. La sensazione indotta è che la questione per tutti sia già archiviata, che i residenti si abitueranno a questa chiusura parziale per poi accettare meglio la chiusura definitiva, quando le 4 corsie saranno pronte lungo tutto il tratto e allora quell’accesso, che serve un’intera comunità che lavora, non vacanzieri, sarà solo un intralcio.

Nel suo comunicato del 22 luglio, la Sat vuole far credere che quello che tutti ormai conoscono come il “giro di peppe” diventa “la viabilità Sacromonte-Farnesiana, che la Sat vuole rifilare per la seconda volta, in questo caso come accesso per chi proviene da sud, con una maggior percorrenza “contenuta in un solo chilometro”. Peccato che nulla è cambiato da quando per rendere sicura e fruibile quella strada, con punti di soli 2,8 mt di larghezza, la Sat è stata costretta a farla vigilare dai suoi addetti e ad apporre un limite di 30Km/h di velocità massima.

Il Sindaco scopre improvvisamente che la SAT ha asfaltato non solo chilometri di paesaggio maremmano ma anche la sua credibilità di rappresentante dei cittadini (sic); il Vicesindaco lancia “penultimatum” a quei cattivi della SAT perché adesso la misura è colma e “quanto avvenuto nei giorni scorsi nella zona Farnesiana è inaccettabile e non dovrà più ripetersi in futuro”… peccato che alla Sat è rimasto poco altro da fare, il resto glielo hanno già permesso senza alzare un dito per aiutare i cittadini a difendere loro stessi e il territorio.

La SAT ha buttato giù due ponti e ora si appresta a buttare giù, presumibilmente in piena estate, anche l’unico ponte della strada per il mare, senza aver realizzato complanari degne di questo nome, ma limitandosi perlopiù ad asfaltare (e non sempre) la viabilità esistente.

Tutto quello di cui oggi questi amministratori ‘smemorati’ fingono di lagnarsi, tutto quello che i residenti hanno subito per 3 anni, tutte le incertezze di oggi sono prima di tutto responsabilità dell’Amministrazione Comunale, che ha consegnato questo territorio alla Sat senza porre né paletti né condizioni, senza pretendere rispetto. Ora infatti la Sat può permettersi di ignorarli. Il Comune di Tarquinia, nella persona del suo Sindaco, avrebbe dovuto essere la voce del territorio nelle sedi istituzionali e a tempo debito (conferenza dei servizi del 2010 e invece non ha avanzato nemmeno le richieste più basilari.

Invece di battere i pugni sul tavolo della SAT consegnava le chiavi della città ed elogiava i grandi benefici dell’autostrada, migliaia di posti di lavoro e commesse per le ditte di Tarquinia. Anche in quel caso fu costretto ad ammettere di non averci visto proprio lungo e a Tarquinia nessuno si è accorto della manna dal cielo, piuttosto dei disagi.

Sono passati cinque anni e l’assenza totale delle istituzioni ha costretto i cittadini a impegnare tutte le risorse e il tempo rubato al lavoro e alla vita di tutti i giorni, per veder riconosciuto il problema e per far si che si rimediasse alle altrui colpe, a partire da quelle delle istituzioni territoriali fino ad arrivare al Ministero delle Infrastrutture.

I residenti sono stati costretti a fare da ‘cani da guardia’, a denunciare e segnalare ogni irregolarità, dal tombino al secchione spostato, dall’acqua chiusa arbitrariamente alla pericolosità del cantiere, e via dicendo.

Non abbiamo visto nessun controllo in tutto questo tempo, non una sola iniziativa da parte di nessuno, a partire dal Comune di Tarquinia, passando dal Commissariato di Tarquinia e dalla Prefettura di Viterbo per finire in Direzione Generale per la Vigilanza della Concessioni Autostradali al Ministero delle Infrastrutture.

Chi dovrebbe controllare l’operato di Sat? Chi dovrebbe controllare che i dirigenti pubblici facciano il loro lavoro a servizio dei cittadini? Dobbiamo ancora scoprirlo. Deve esserci un vuoto legislativo perché tutti, proprio tutti, ci hanno risposto “non è nostra competenza”.

Se non fosse che sono stati tutti molto solerti a controllare che nelle nostre civili manifestazioni di protesta venissero rispettate le prescrizioni. Siamo stati minacciati di denuncia ogni qualvolta abbiamo chiesto di poter manifestare. Solo due volte abbiamo sfilato in corteo lungo l’ormai ex-Aurelia e tutte le volte siamo stati tacciati di arrecare disagio agli utenti. La Sat invece ha potuto letteralmente sventrare l’Aurelia, ha potuto permettersi il cantiere più pericoloso che si sia mai visto, senza neanche una segnaletica degna di questo nome.

Dov’è lo Stato? A Tarquinia lo Stato è la Sat, ma uno stato senza democrazia, senza trasparenza, senza regole. Il ponte sostitutivo sul fiume Mignone forse si farà ma intanto l’accesso della Farnesiana verrà chiuso prima ancora di vedere approvata la variante che include questo e le altre opere mancanti, e certamente prima della loro realizzazione.

Con la chiusura definitiva dell’accesso alla Farnesiana, diventato suo malgrado il simbolo della difesa dei diritti che dovrebbero essere inalienabili, si porterà a termine quanto iniziato dal Sindaco di Tarquinia col suo sì incondizionato del 2010, che ha condannato questo territorio e i suoi residenti a un danno permanente.

Chiunque crede ancora che non bisogna accettare in silenzio che altri decidano senza di noi del nostro futuro, chiunque vorrà aiutarci a fare tutto quello che è in nostro potere per impedire che vinca la prepotenza e la cecità politica, ci contatti pure, noi siamo il Comitato per il Diritto alla Mobilità di Tarquinia, quelli che ci sono sempre stati.

Noi non abbiamo ancora archiviato.

Voi “provate pure a credervi assolti, siete lo stesso coinvolti” (De Andrè)

Comitato per il diritto alla Mobilità di Tarquinia