Codice etico: Marco Gentili lo porta in consiglio comunale a Tarquinia

marco gentili 1(f.e.) Codice etico: il consigliere Marco Gentili deciso a portarlo in consiglio comunale. “Ho presentato all’ufficio protocollo la richiesta di convocazione del consiglio comunale mediante il modulo con le cinque firme necessarie per richiedere il suddetto in tempi certi. Attraverso l’art. 8 comma 2 che sancisce il diritto di presentare agli organi del Comune tali istanze, trascorsi 20 giorni dalla consegna della proposta il Comune è tenuto a convocare all’ordine del giorno il Codice Etico”.

I princìpi e i contenuti del Codice Etico costituiscono specificazioni esemplificative degli obblighi generali di diligenza, lealtà, onestà, correttezza e imparzialità che qualificano l’espletamento del mandato degli eletti o nominati nel Consiglio comunale di Tarquinia (Consiglieri ed Assessori). “Gli eletti nel Consiglio di Tarquinia siedono in virtù dell’investitura popolare. – si legge nella proposta di Gentili- L’eletto conforma la sua condotta al dovere istituzionale di servire la Comunità con diligenza e trasparenza, nel rispetto dei princìpi del buon andamento ed imparzialità dell’Amministrazione e si impegna a svolgere il suo mandato nella legalità evitando situazioni e comportamenti, come il conflitto di interessi, che possano nuocere alle finalità e all’immagine della Pubblica Amministrazione. L’eletto mantiene costantemente presente l’interesse pubblico nell’esercizio delle proprie funzioni. Con il presente documento, ribadito l’ovvio impegno al rispetto delle norme dell’Ordinamento dell’Unione Europea, dello Stato Italiano, della Regione Lazio e del Comune di Tarquinia, l’intera Assise comunale intende esplicitare i princìpi a cui ispireranno la loro condotta, declinandone i contenuti. Il presente Codice, altresì, obbliga al rispetto del Decreto Legislativo del 31 dicembre 2012, n. 235 – Legge Severino entrata in vigore dal 05/01/2013”.

Gentili punta molto sui principi di trasparenza e di confronto democratico senza tralasciare il rispetto dei beni della collettività in uso agli amministratori per ragioni connesse all’esercizio del mandato e la promozione della partecipazione popolare alla vita amministrativa. Un codice etico che sembra trovare approvazioni trasversali e che ora dovrà essere votato in consiglio.