Alessandrelli (Pdl): “Il comune può ridurre le aliquote IMU, invece di scrivere a Monti prenda provvedimenti in tal senso”

Riceviamo e pubblichiamo

“L’Imu sarà un grande problema non solo per l’agricoltura, ma anche per commercio, artigianato e famiglie, è per questo che da oltre un mese l’associazione Tarquinia Futura fa presente la possibilità e la necessità di ridurre al minimo le aliquote su terreni agricoli, fabbricati rurali, fabbricati strumentali ad imprese commerciali e artigianali e sulla prima casa”

Così Diletta Alessandrelli segretario dell’ Associazione Tarquinia Futura, dirigente provinciale della Giovane Italia, ed esponente del Pdl tarquiniese risponde alle note di comune ed Università Agraria in materia di Imu.

“In questa condizione il comune, è l’unico ente in grado di poter difendere le imprese e le famiglie locali dalla pressione della nuova imposta, rinunciando alla propria percentuale di IMU  va a dare sollievo a imprese e famiglie senza subire alcun danno erariale. C’è da considerare, infatti, che quanto entrerebbe nelle casse pubbliche dagli altri soggetti imponibili supererebbe di molto le entrate ICI, fabbricati rurali e prime case erano infatti esenti, e l’aliquota Imu sulle seconde case è dello 0,76%, essendo Tarquinia località turistica e paese di seconde case i conti tornerebbero facilmente.

Il decreto Monti o “Salva Italia” poi convertito in legge che norma la nuova imposta, prevede per i comuni la possibilità di ridurre o aumentare le aliquote: sulla prima casa da una base dello 0,4% l’aliquota può variare dello 0,2% in eccesso o in difetto, sui terreni agricoli e altri fabbricati dallo 0,76% la variazione è dello 0,3%  e sui fabbricati rurali dallo 0,2% la variazione è dello 0,1% .

Avevamo proposto di presentare una mozione votando la quale il comune avrebbe assunto l’impegno di mantenere al minimo le aliquote su gli immobili di importanza strategica per imprese e famiglie e quindi per l’economia locale.

Ci aspettiamo che invece di fare demagogia e di chiedere impegni al governo, che sicuramente aveva ben presente la situazione economica di tutta la penisola, quando ha varato il decreto, e non della sola Tarquinia, il comune si impegni direttamente in questo campo muovendosi tra le possibilità che lo stesso decreto mette a disposizione come hanno già fatto oltre 200 comuni in tutta Italia”.