Agraria reset: azzerata la giunta, ora il rimpasto

di Stefano Tienforti

In passato, tra Comune ed Università Agraria di Tarquinia, si erano stabiliti due diversi tipi di approccio, per lo più determinati dai colori delle rispettive amministrazioni: quello in sinergia e quello in contrasto. La convivenza sulle principali poltrone dei due enti cittadini di Mauro Mazzola ed Alessandro Antonelli ha, a quanto pare, soprattutto nell’ultimo paio di anni, inaugurato una nuova filosofia del rapporto: quella della sudditanza di via Garibaldi a piazza Matteotti.

Antonelli potrà dire qual che vuole, ma la notizia che circola oggi per la Città – e che risulta confermata anche da alcuni degli assessori coinvolti, anche se il presidente ad apposita domanda non risponde – parla del totale azzeramento della giunta dell’Agraria (con revoca delle deleghe) in vista di un’imminente rimpasto. E che c’entra il Comune? Nulla, in apparenza; se non fosse che i nomi dei proprietari delle due teste che dovrebbero saltare in sede di rinomina pare siano stati esplicitamente indicati da un amministratore comunale, referente politico dei due possibili “defenestrati”, a seguito ed in relazione al poco apprezzato lavoro politico dagli stessi nel corso della campagna elettorale per le comunali.

Finendola con i quiz e passando ai nomi, sarebbe stato Renato Bacciardi, leader del Polo dei Moderati, ad indicare i nomi di Pierangelo Conti e Gino Stella, che quindi non dovrebbero ricevere nuovamente le deleghe assessoriali appena revocate. Ai tre superstiti della giunta – Bonelli, Boni e Peparello – andrebbero però ad aggiungersi altri tre nomi (il passaggio da 5 a 6 assessori non avrà costi aggiuntivi per l’ente, stante la decisione di ridurre le singole indennità per mantenere invariato il budget totale), di cui l’unico che pare certo è quello di Alberto Blasi. Sugli altri due, quelli spettanti per accordo ai Moderati, c’è riserbo: saltata la nomina, che qualche mese fa pareva certa, di Alessandro Sacripanti, il gossip politico parla dell’ex assessore comunale Loretta De Simone, ma con poca convinzione.

Insomma: il Comune ordina, l’Agraria obbedisce, anche se ad Antonelli non è forse parso vero di poter riplasmare una giunta poco attiva e in fase di stallo. Ma più indizi iniziano a fare una prova: Mazzola impone ad Antonelli di non sfidarlo come candidato sindaco, e il presidente ritira ogni velleità; il Comune vieta di inviare le pesanti corrisposte gravate dall’IMU in periodo elettorale, ed a via Garibaldi la spedizione è ritardata a dopo la vittoria.

Quanto può durare questa solfa? Quanto ancora Antonelli resterà a fare da punching ball ai compagni di partito di stanza in Comune (che peraltro han ben capito l’antifona e, appena possono, girano su di lui le patate bollenti)? E, soprattutto, se e quando il presidente dovesse cedere (o reagire), cosa accadrebbe al quadro politico locale?

Il braccio comunale si è, ormai evidentemente, allungato su Palazzo Vipereschi: c’è da capire se, lo stesso metaforico braccio, vi sia anche appoggiato. In tal caso, perdere l’appoggio potrebbe causare qualche vizio di stabilità.